di ACHILLE PEREGO
MILANO
«LA CRISI NON È FINITA. Adesso diciamo che tutto va bene: ma siamo sicuri?». A mettere in guardia dai facili ottimismi è Giulio Tremonti. Intervenendo a Parigi alla conferenza su «Nuovo mondo, nuovo capitalismo», il ministro dellEconomia è ricorso ancora una volta allesempio dei videogiochi. «Ecome vivere in un videogame: vedi un mostro, lo combatti, lo vinci, sei rilassato. E invece ne compare un altro più forte del primo». Da qui nasce lallarme per una situazione che non è così sotto controllo. Un Paese dopo laltro viene attaccato dai mercati finanziari. E nella crisi globale (che ha trovato i Governi impreparati) «il denaro dei contribuenti è stato usato per finanziare le banche» e non le famiglie e le imprese. Ma dato che le banche erano sistemiche anche la speculazione è sistemica nelle banche. Il risultato è che alcuni Paesi hanno finito per salvare le banche e con esse la speculazione e così «siamo tornati quasi al punto di partenza». Per fortuna questo non è il caso dellItalia, promossa anche ieri dal Fmi. Nel nostro Paese «il denaro pubblico non è stato usato, o solo in minima parte e in via di restituzione, per le banche». Tremonti a Parigi è tornato a rilanciare anche la proposta degli eurobond (a cui si è duramente opposta la Germania) per una sostituzione parziale del debito pubblico nazionale dei Paesi europei. «Non si tratta di una questione tecnica, ma politica» che va discussa dai singoli Parlamenti (quello italiano è molto interessato) e da quello europeo. Del resto al centro dellazione post- crisi deve esserci la politica, perchè è politica la sfida globale: lAmerica, lAsia, il Sudamerica. E il grande blocco dellEuropa, la zona più ricca, istruita, forte del mondo. Che però non è unità.
LERA degli Stati nazionali è finita e per questo la Ue deve avere un ruolo nel suo insieme agendo sul piano internazionale con una logica federale. E per invitare lEuropa a raccogliere questa sfida, Tremonti ha concluso citando Winston Churchill che nel 1946, guardando alle macerie lasciate dalla guerra, disse: «Che lEuropa risorga». Le parole di Tremonti hanno suscitato i commenti positivi del neo-presidente dellEcofin, il ministro ungherese Matolcsy (che ha aperto una porta anche agli eurobond) e la reazione di Pd, Idv e Fli. Per Adolfo Urso, coordinatore di Futuro e Libertà, lallarme di Tremonti svela dun colpo la fiction di Berlusconisulluscita dalla crisi. E ironizza il periodico on line di Farefuturo: «Meglio Tremonti del ghe pensi mi».
Che la crisi sia tuttaltro che conclusa lo si capisce anche dalla lettera con cui il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Timoty Geithner, ha chiesto al Congresso di alzare il tetto del debito pubblico Usa dagli attuali 14.300 miliardi di dollari: in caso contrario il paese potrebbe collassare, con conseguenze disastrose.
MILANO
«LA CRISI NON È FINITA. Adesso diciamo che tutto va bene: ma siamo sicuri?». A mettere in guardia dai facili ottimismi è Giulio Tremonti. Intervenendo a Parigi alla conferenza su «Nuovo mondo, nuovo capitalismo», il ministro dellEconomia è ricorso ancora una volta allesempio dei videogiochi. «Ecome vivere in un videogame: vedi un mostro, lo combatti, lo vinci, sei rilassato. E invece ne compare un altro più forte del primo». Da qui nasce lallarme per una situazione che non è così sotto controllo. Un Paese dopo laltro viene attaccato dai mercati finanziari. E nella crisi globale (che ha trovato i Governi impreparati) «il denaro dei contribuenti è stato usato per finanziare le banche» e non le famiglie e le imprese. Ma dato che le banche erano sistemiche anche la speculazione è sistemica nelle banche. Il risultato è che alcuni Paesi hanno finito per salvare le banche e con esse la speculazione e così «siamo tornati quasi al punto di partenza». Per fortuna questo non è il caso dellItalia, promossa anche ieri dal Fmi. Nel nostro Paese «il denaro pubblico non è stato usato, o solo in minima parte e in via di restituzione, per le banche». Tremonti a Parigi è tornato a rilanciare anche la proposta degli eurobond (a cui si è duramente opposta la Germania) per una sostituzione parziale del debito pubblico nazionale dei Paesi europei. «Non si tratta di una questione tecnica, ma politica» che va discussa dai singoli Parlamenti (quello italiano è molto interessato) e da quello europeo. Del resto al centro dellazione post- crisi deve esserci la politica, perchè è politica la sfida globale: lAmerica, lAsia, il Sudamerica. E il grande blocco dellEuropa, la zona più ricca, istruita, forte del mondo. Che però non è unità.
LERA degli Stati nazionali è finita e per questo la Ue deve avere un ruolo nel suo insieme agendo sul piano internazionale con una logica federale. E per invitare lEuropa a raccogliere questa sfida, Tremonti ha concluso citando Winston Churchill che nel 1946, guardando alle macerie lasciate dalla guerra, disse: «Che lEuropa risorga». Le parole di Tremonti hanno suscitato i commenti positivi del neo-presidente dellEcofin, il ministro ungherese Matolcsy (che ha aperto una porta anche agli eurobond) e la reazione di Pd, Idv e Fli. Per Adolfo Urso, coordinatore di Futuro e Libertà, lallarme di Tremonti svela dun colpo la fiction di Berlusconisulluscita dalla crisi. E ironizza il periodico on line di Farefuturo: «Meglio Tremonti del ghe pensi mi».
Che la crisi sia tuttaltro che conclusa lo si capisce anche dalla lettera con cui il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Timoty Geithner, ha chiesto al Congresso di alzare il tetto del debito pubblico Usa dagli attuali 14.300 miliardi di dollari: in caso contrario il paese potrebbe collassare, con conseguenze disastrose.
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