O ADESSO o chissà quando, forse mai più. Era un po’ questa l’aria che si respirava nelle settimane scorse in Vaticano, nel momento in cui sottovoce si era tornati a parlare della beatificazione di Giovanni Paolo II.
Invocata a furor di popolo subito dopo la sua morte ("Santo subito"), da alcuni addirittura messa in calendario per gli scorsi 2 aprile (quinto anniversario della morte) o 16 ottobre (trentaduesimo dell’elezione), la strada del venerabile Giovanni Paolo II verso l’onore degli altari era stata in qualche modo rallentata per i dubbi sollevati da più di un osservatore sull’atteggiamento wojtyliano nei confronti di alcuni "scandali" emersi subito dopo la fine del pontificato: la pedofilia nel clero e le presunte coperture vaticane, la gestione di importanti congregazioni come i Legionari di Cristo, la finanza talvolta allegra (per usare un eufemismo) della banca vaticana. Il fatto che Benedetto XVI su tutti questi argomenti avesse adottato atti ben precisi contraddicendo il modus operandi del predecessore aveva dato fiato a quanti chiedevano un ripensamento sei tempi rapidissimi della beatificazione del papa polacco.

BENEDETTO XVI
non ha ceduto alle opposte pressioni, ha fatto passare tempo, e ha poi deciso usando lo stesso argomento che lo portò nel dicembre 2009 a dichiarare venerabile Pio XII: un conto sono le virtù eroiche necessarie per essere identificato come santo, un altro il giudizio storico sull’azione e sugli atti di un papa. Per il primo aspetto è la Chiesa che giudica, per il secondo ci sono gli storici.
E per Benedetto XVI, Giovanni Paolo II ha dato una testimonianza di estrema fedeltà alla propria missione nonostante la malattia, ha dimostrato una fede incrollabile dagli anni della giovinezza nella Polonia comunista fino al soglio di Pietro, ha sempre mostrato una forza spirituale sovrumana: questi sono i segni che un santo deve dare, e per la Chiesa Wojtyla li ha dati. La data scelta per la beatificazione per il papa operaio, la festa dei lavoratori, sottolinea (e qui c’è tutta la finezza di Ratzinger) poi l’umanità a cui Benedetto XVI ha guardato. Un’umanità che per la Chiesa è trascesa fino alla santità.