di ELENA G. POLIDORI
— ROMA —

BERLUSCONI si dimetta e si faccia processare. Le rivelazioni sull’affaire Ruby, secondo le opposizioni, non lasciano spazi diversi, anche se a tutti appare chiaro che il Cavaliere non farà mai un passo indietro. In particolare adesso. Ecco perché la situazione viene giudicata difficile. «La nostra condizione vista dal mondo — sintetizza il leader Pd, Bersani — segna un allarme rosso; credo che Berlusconi debba togliersi lui e togliere l’Italia dall’imbarazzo andandosi a difendere davanti ai giudici da dimissionario e affidandosi per il resto al presidente della Repubblica e al Parlamento». Stesso invito che è arrivato ieri dai finiani: «Berlusconi non si sottragga, chiarisca in tribunale, lo faccia subito per rassicurare un’opinione pubblica sgomenta e sconcertata». Futuro e Libertà ne fa una questione di stabilità del Paese, con «i dati allarmanti della Banca d’Italia — parole del coordinatore Adolfo Urso — che impongono che si faccia subito chiarezza», ma non solo. Dice Carmelo Briguglio con franchezza: «Berlusconi si deve dimettere indicando un premier al suo posto». Altrimenti? «Si vota». Non è la prima volta che Fli pronuncia la parola voto, ma è invece una novità che questa evocazione venga anche da Casini, da sempre contrario alle urne anticipate. Stavolta pare che la misura sia colma. «Ormai siamo alla sostanza e non più alla forma — ha sostenuto il presidente dell’Udc —; e io, se fossi il presidente del Consiglio, valuterei con serenità l’ipotesi di fare un passo indietro». È l’evidenza dei fatti, insomma, a rendere la situazione attuale diversa da tutti gli altri scandali precedenti? A parere di Flavia Perina, direttore del Secolo d’Italia e finiana di ferro, sì: «Le donne sono stordite; davanti alla evidenza dei fatti, davanti ai regalini in contanti infilati nei cd di Apicella, agli appartamenti in comodato d’uso, alle candidature allegate all’invito in villa, devono rispondere a una domanda interiore: ma tu ci andresti a una festa così? O ci manderesti tua figlia?».

UNA SITUAZIONE
che, secondo il Pd, può risolversi solo con le dimissioni del Cavaliere. Dopo Bersani, a chiederle ufficialmente in aula è stato Franceschini: «Non dovrebbe fuggire dai giudici, ma chiedere di essere ricevuto il prima possibile per chiarire la sua posizione». Critico, ma alla fine assolutorio, il governatore della Lombardia, Formigoni: «Quello che sta venendo a galla non è qualcosa di confortante, ma va rispettato il diritto di privacy». D’altra parte, sostiene sempre Formigoni da ciellino di sicura fede, «chi è senza peccato, scagli la prima pietra». Ma Palomba, membro Idv della commissione per le autorizzazioni a procedere, commenta amaro: «Aveva ragione Veronica, l’uomo è malato».