GENOVA
ATTENTATO
incendiario ieri sera contro l’ex scuola Casaregis a Sampierdarena, uno dei siti identificati dal Comune di Genova per ospitare parte dei 350 profughi in arrivo da Lampedusa. Ignoti hanno lanciato una bottiglia molotov sulla porta d’ingresso della struttura, in segno di protesta dopo le accese polemiche seguite all’annuncio della disponibilità dell’amministrazione di dare ospitalità agli esuli. Sul posto sono accorsi carabinieri, polizia, Digos, vigili del fuoco.
Il livello di tensione in città è molto alto: in consiglio comunale, dove si è discusso il tema dell’accoglienza, ieri si sono verificati accesi confronti e vari presìdi erano stati improvvisati da manifestanti di fronte ai luoghi identificati dalla giunta per ospitare i profughi.

SECONDO


i primi riscontri, è stato un ordigno artigianale a causare il rogo: una bombola di gas da campeggio piena e un grosso petardo, legato con del nastro adesivo come innesco. L’ordigno ha provocato una forte esplosione, avvertita dai residenti della zona densamente abitata. La scuola si trova infatti nel cuore del quartiere popolare del ponente cittadino. Non sono stati trovati volantini di rivendicazione. I resti dell’ordigno sono stati sequestrati dai carabinieri della scientifica. «E’ un gesto brutto e preoccupante, non degno di Genova. E deve spingere ancora di più all’accoglienza e alla solidarietà». Il sindaco Marta Vincenzi ha subito condannato l’incendio appiccato all’istituto di Sampierdarena. «Mi auguro — ha aggiunto — che faccia riflettere la città: questa paura non corrisponde alla necessità di accogliere, pur con tutte le attenzioni, poche centinaia di immigrati».

HA POI

ricordato la Vincenzi: «Nel 2002, con la guerra del Kosovo e gli albanesi in fuga, l’Italia ha affrontato una situazione ben più drammatica. Non va alimentata la paura: di fronte a tentativi di far crescere la tensione, bisogna rispondere con calma e fermezza». Un evento analogo era avvenuto la settimana scorsa a Calambrone, nel Pisano: vandali notturni avevano messo fuori uso la struttura dell’ex ospedale, rendendo impossibile l’ospitalità dei profughi da Lampedusa.