Deborah Bonetti
LONDRA

SE KATE
e William dovessero avere come primogenita una bambina, potrebbe essere lei un giorno a salire sul trono d’Inghilterra anche in presenza di un eventuale fratello minore. L’ancestrale legge salica, che prevede la primogenitura maschile — ovvero l’accessione al trono del primo figlio maschio, anche in presenza di figlie femmine più grandi — potrebbe infatti essere abolita, secondo le proposte presentate formalmente in Parlamento dal vicepremier britannico, Nick Clegg. E pare che la regina Elisabetta (salita sul trono dopo la morte del padre Giorgio VI, che aveva avuto solo due femmine), abbia dato il suo beneplacito. Nick Clegg, ha definito la legge salica «molto antiquata» e ha aggiunto che la preferenza dei figli maschi, rispetto alle femmine, deve essere considerata «una forma inaccettabile di sessimo». La legge, in vigore da più di 300 anni, però coinvolge tutti i quindici paesi del Commonwealth che hanno la regina come capo di Stato: oltre alla Gran Bretagna, anche Australia, Canada, Nuova Zelanda e Giamaica. E la preoccupazione del primo ministro David Cameron, che teme che la legge possa distrarre il governo dalle manovre economiche urgenti in fase di applicazione, è che alcuni Paesi (come l’Australia) dove esistono forti sentimenti repubblicani, potrebbero usare questo appiglio per spezzare il legame con la monarchia. L’emendamento dell’attuale legge salica era già stato tentato, a suo tempo, da Gordon Brown ma senza grandi risultati. Oggi, secondo Clegg, la situazione è più pressante, perché esiste la concreta possibilità che un futuro erede appaia sulla scena nel giro di un anno o due. Se la primogenita sarà femmina, già girano possibili nomi, come Elizabeth o Catherine. Meno probabili nomi all’americana, come Savannah (la primogenita del nipote della regina Peter Phillips e della moglie canadese Autumn).

PER ESSERE

approvato, l’emendamento della legge salica deve essere legiferato in ciascuno dei Paesi interessati e poi ratificato dal parlamento di Westminster. A questo punto, il beneplacito della regina non sarebbe addirittura più necessario, anche se la sovrana ha già indicato la propria piena approvazione.