Tommaso Strambi
BORGO LA BAGNAIA (Siena)
DIVERSE OMBRE

ma anche qualche luce nella fotografia scattata dal ministro Giulio Tremonti sulla situazione economica del nostro Paese a conclusione del convegno Crescere tra la righe, promosso dall’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, presieduto da Andrea Ceccherini.
Le ombre sono quelle dei fattori scatenanti della crisi finanziaria che, per il titolare del ministero dell’Economia, «sono ancora tutti in essere». Ma, soprattutto, a pesare ancora troppo sul sistema Italia e sulla sua crescita, «è la questione meridionale. Il Nord Italia — afferma Tremonti — è la regione più ricca d’Europa, mentre il Sud è una realtà che va indietro e non avanza. Bisogna fare di più». E per spiegarlo alla platea di giovani studenti il ministro racconta quanto gli è accaduto pochi giorni fa. «Sono stato a Reggio Calabria e per tornare a Roma ho preso il treno — afferma —. Non vi dico quante ore ci ho messo. I treni che vengono dal Nord hanno i moscerini schiacciati sul vetro delle locomotive, quelli che vengono dal Sud hanno i moscerini tranquilli. Non è impossibile cambiare le cose, ma ci vuole tempo».

MA COME?


Per il ministro è un fatto politico. «I fondi europei non vengono spesi e questo è un problema — spiega —. Quest’anno stiamo rischiando di perdere 6 miliardi non spesi, ecco perché vorremmo usare quei soldi per il credito d’imposta nel Mezzogiorno. La questione non è finanziaria, occorre sapere usare i fondi che ci sono già. Siamo l’unica economia europea duale, ma non vogliamo diventare un Paese diviso. Per lo sviluppo tutto quello che viene dalle imprese va bene, basta che non costi per lo Stato». Su un punto, infatti, Tremonti è categorico: «La medicina del debito pubblico è finita». E punta il dito contro il nodo dell’illegalità: «Abbiamo una quota di economia illegale molto forte», denuncia.
POI ILLUSTRANDO
gli ultimi provvedimenti assunti dal governo per lo sviluppo, ha bollato come «pittoresca» l’attenzione data al tema delle spiagge. «Degli arenili non me ne frega un tubo — afferma —. Quello che importa sono i distretti turistici e la sburocratizzazione di certe procedure, che devono essere gestite dalle Prefetture».
Una chiave di volta che può dare nuovo respiro all’intero sistema. E che potrebbe portare l’Italia a recuperare il terreno perso rispetto all’economia tedesca. «Per cinque anni — spiega ancora Tremonti — siamo stati davanti alla Germania. Poi è avvenuto un cambiamento. La Germania ha fatto più e diversamente e ha avuto la fortuna terribile di incrociare la domanda cinese. Tuttavia — conclude il ministro — non è detto che, tra qualche anno, ci troviamo in posizione ribaltata». Tremonti ha anche salutato ironicamente con un «welcome, Germania» il fatto che l’economia tedesca si sia ritrovato con il terzo debito pubblico mondiale durante la crisi, facendo retrocedere l’Italia alla quarta posizione.


INFINE



un piccolo fuori programma. Un giovane studente, Federico Demurtis, 20 anni, di Cagliari, ha inseguito il ministro dell’economia per manifestargli il suo disappunto per non essersi sottoposto alle domande della platea. Tremonti non si è scomposto. Anzi. «Vieni dentro, vieni dentro», ha risposto al ragazzo rientrando all’interno dell’auditorium. Ma lo studente non lo ha seguito.