ROMA
FORSE HA RAGIONE
Pier Luigi Bersani a spiegare che «è venuto il momento di uscire dall’infanzia e di decidere di diventare un movimento politico reale», ma i grillini non sembrano intenzionati a schierarsi. Eppure, prima o poi, dovranno fare una scelta. Perchè i risultati di queste amministrative fanno del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo un’entità politica con cui, in più di un capoluogo, si dovranno fare i conti. Piccoli comuni a parte, è da Torino che si cominceranno a fare i conti con un «grillismo» dai numeri forti. Quelli che ha preso il candidato sindaco Vittorio Bertola, battendo il Terzo polo di Alberto Musy con il 5,04% dei consensi contro il 4,79% di Musy. E come a Milano, dove Mattia Calise è arrivato al 3,4%, poco meno del candidato del Terzo Polo Manfredi Palmeri, che ha raggiunto il 5,4%; al ballottaggio saranno i voti che faranno la differenza.

MA IL VERO RISULTATO

eccezionale è stato a Bologna. Dove i grillini hanno fatto il boom con Massimo Bugani, che ha sfiorato la soglia del 10% (9,4%). Hanno festeggiato alla grande, ieri sera, perchè non ci credevano neppure loro. «Abbiamo ottenuto un risultato incredibile — ha detto Bugani emozionato — ed è la dimostrazione che le idee ed i progetti seri vincono. E’ la dimostrazione che è nato qualcosa di nuovo e che la politica si può fare in maniera diversa».
Il candidato sindaco grillino ha tenuto a precisare che «bisogna smettere di identificare il Movimento 5 stelle come un movimento di protesta e di urlatori. Siamo pieni di contenuti».
Soddisfazione anche dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Giovanni Favia: «L’avanzata — ha dichiarato — è in tutta l’Emilia Romagna. Questa è un’avanzata storica, senza precedenti». Di sicuro, da oggi per questi giovani amministratori comincia una fase nuova. Che Bersani ha sintetizzato così: «Il messaggio che voglio rivolgere a questo movimento di opinione è che noi possiamo migliorarci, ma non siamo uguali agli altri». Come a dire: parliamone.


e. g. p.