ROMA
LA PSICOSI per il batterio killer fa scoppiare anche una guerra dal sapore commerciale, ben prima che sanitario-diplomatico, tra Unione Europea e Russia. Il fatto è che Bruxelles ha mal digerito la decisione di Mosca di mettere al bando tutti i vegetali provenienti da Eurolandia. Il divieto di importazione, ha fatto notare Fernando Valenzuela, capo della delegazione Ue in Russia, «non è compatibile con le regole del Wto». Ovvero dellorganizzazione mondiale del commercio, a cui il presidente Dimitri Medvedev aspira da tempo di far parte, tanto da aver ribadito la volontà della Russia di entrare nellorganizzazione anche durante il G8.
«Mosca ha aperto i negoziati nel 1993 commenta Valenzuela Sarebbe logico che cominciasse già a rispettare le regole imposte dal Wto. E sorprendente che siano state prese misure che vanno nella direzione opposta».
Altrettanto acida la replica del premier Vladimir Putin: «Non possiamo mica avvelenare la gente in nome del Wto. Non so a che tipo di contraddizioni si riferiscano, ma i cetrioli che fanno morire la gente sono una brutta cosa, non possiamo consentire che i nostri concittadini siano avvelenati per rispettare un qualche spirito». La Russia ha posto una serie di condizioni per togliere il divieto: le strutture competenti devono confermare le cause dellepidemia e stabilire come si sia propagata e attraverso quali alimenti. Si chiede inoltre agli europei di pubblicare una lista delle misure prese». Anche il Libano ieri ha vietato limportazione di verdure europee: «Una reazione sproporzionata», ha commentato il portavoce Ue.
LE CONSEGUENZE dellepidemia saranno al centro del vertice dei ministri della sanità di lunedì, mentre i titolari delle Politiche Agricole dovrebbero tenere una sessione straordinaria il 17: sul tavolo anche la possibilità di concedere aiuti per quegli agricoltori che possono aver subito danni. Anche in Italia gli agricoltori cominciano a fare un po di conti. Secondo la Coldiretti «lunico pericolo certo è il danno economico per i produttori: si sono già persi 20 milioni».
Olivia Posani
LA PSICOSI per il batterio killer fa scoppiare anche una guerra dal sapore commerciale, ben prima che sanitario-diplomatico, tra Unione Europea e Russia. Il fatto è che Bruxelles ha mal digerito la decisione di Mosca di mettere al bando tutti i vegetali provenienti da Eurolandia. Il divieto di importazione, ha fatto notare Fernando Valenzuela, capo della delegazione Ue in Russia, «non è compatibile con le regole del Wto». Ovvero dellorganizzazione mondiale del commercio, a cui il presidente Dimitri Medvedev aspira da tempo di far parte, tanto da aver ribadito la volontà della Russia di entrare nellorganizzazione anche durante il G8.
«Mosca ha aperto i negoziati nel 1993 commenta Valenzuela Sarebbe logico che cominciasse già a rispettare le regole imposte dal Wto. E sorprendente che siano state prese misure che vanno nella direzione opposta».
Altrettanto acida la replica del premier Vladimir Putin: «Non possiamo mica avvelenare la gente in nome del Wto. Non so a che tipo di contraddizioni si riferiscano, ma i cetrioli che fanno morire la gente sono una brutta cosa, non possiamo consentire che i nostri concittadini siano avvelenati per rispettare un qualche spirito». La Russia ha posto una serie di condizioni per togliere il divieto: le strutture competenti devono confermare le cause dellepidemia e stabilire come si sia propagata e attraverso quali alimenti. Si chiede inoltre agli europei di pubblicare una lista delle misure prese». Anche il Libano ieri ha vietato limportazione di verdure europee: «Una reazione sproporzionata», ha commentato il portavoce Ue.
LE CONSEGUENZE dellepidemia saranno al centro del vertice dei ministri della sanità di lunedì, mentre i titolari delle Politiche Agricole dovrebbero tenere una sessione straordinaria il 17: sul tavolo anche la possibilità di concedere aiuti per quegli agricoltori che possono aver subito danni. Anche in Italia gli agricoltori cominciano a fare un po di conti. Secondo la Coldiretti «lunico pericolo certo è il danno economico per i produttori: si sono già persi 20 milioni».
Olivia Posani
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