Mario Di Vito
ASCOLI PICENO
SE LO

sarà chiesto sicuramente Salvatore Parolisi, se fanno più paura le pallottole dell’Afghanistan e dell’Iraq o le telecamere che in questi due mesi gli sono state addosso come e più degli investigatori. Lui, caporalmaggiore in servizio al 235° Reggimento Piceno, istruttore di soldatesse più volte in missione all’estero, che quando è andato in tivvù è sempre sembrato piccolo piccolo, aggrappato stretto alle parole che gli uscivano incerte dalla bocca, lui che quando è tornato a casa ha fatto di tutto per non incrociare nemmeno per un momento l’obiettivo di una macchina fotografica. Ieri, dopo che gli hanno comunicato di essere indagato per l’omicidio di sua moglie, Salvatore è andato al cimitero, a meditare davanti alla tomba di Melania a Somma Vesuviana. Tranquillo come ogni giorno, a sentire il custode: «Mi ha anche detto che sabato, quando tornerà da Ascoli, mi riporterà un regalo».
In questi due mesi di indagine, Parolisi ne ha dette di tutti i colori, con le sue versioni dei fatti che hanno trovato poche conferme e molte smentite. Dalla sua amante Ludovica, recluta al Reggimento Piceno, che ha dichiarato chiaro e tondo di avere con lui una relazione sentimentale che andava avanti da molto tempo (altro che scappatella) fino al cellulare abbandonato tra le siepi del campo sportivo di Villa Pigna, utilizzato per parlare con la donna con cui tradiva Melania. Inchiodato da un testimone, Parolisi si è difeso dicendo di aver buttato via quel telefonino settimane prima e di essere andato lì per raccogliere margherite. Peccato che in quel campo, di fiori non ce n’era nemmeno un’ombra. Poi l’altra amante, Rosa, altra soldatessa, questa sì, storia che si è consumata nello spazio di una sola notte. Altra verità mancata è quella della ricostruzione del luogo del delitto. Salvatore ha detto di averla vista dal cellulare del suo amico Raffaele Paciolla, che però quelle foto non le ha mai scattate. E’ così che la famiglia Rea ha perso la fiducia in lui, come se fosse diventato un estraneo, come se quel ragazzo che aveva sposato la loro bella Melania non fosse l’uomo che in questi ultimi sessanta giorni ne ha raccontate davvero troppe per poter avere ancora una parvenza di credibilità.

IL DUBBIO


più grande riguarda quanto successe lunedì 18 aprile a Colle San Marco, quando Melania scomparve nel nulla. Nella versione di Parolisi, la donna si era allontanata verso le 14 e 30 alla ricerca di un bagno, lasciandolo a giocare con la piccola Vittoria su un altalena. Ma decine di testimonianze raccolte dai carabinieri hanno costruito uno scenario diverso. Uno scenario fatto di altalene vuote e nessun membro della famiglia Parolisi sul Pianoro. Almeno fino alle 15 e 30, quando Salvatore è entrato nel ristorante «Il cacciatore» per annunciare la scomparsa di sua moglie. E fare il primo passo verso l’avviso di garanzia che lo ha raggiunto nella giornata di ieri.