Achille Perego
MILANO
PEGGIO DI COSÌ

non poteva andare. L’effetto su Piazza Affari e i Btp del discorso di Berlusconi e del tavolo con le parti sociali è durato lo spazio di un mattino. Neppure il tempo di bere un caffè per il rimbalzo della Borsa (quasi il 2%) e la discesa dello spread con i bund tedeschi (346) che già all’ora di pranzo era cominciata la caduta con un tonfo del 3% momentaneamente arginata dalle parole del presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet sulle iniezioni di liquidità e il riavvio del programma d’acquisto di titoli di Stato dei Paesi a rischio. E poi ripresa con la pessima apertura di Wall Street. Così le Borse europee hanno archiviato un giovedì nero nel quale hanno bruciato 173 miliardi di euro con chiusure da brivido: -3,2% Londra, -3,90% Parigi,, -3,4% Francoforte, -3,89% Madrid e -4,27% Stoccolma.

MAGLIA

nera è stata però ancora una volta Piazza Affari con un tonfo del 5,16% (peggior ribasso da maggio 2010 e 18,2 miliardi di euro bruciati) dell’indice Ftse Mib crollato a 16.128 punti, ai minimi dal 2 aprile del 2009 che ne fanno la seconda peggiore d’Europa da inizio anno (-20% dopo il -29 di Atene) e con 92 miliardi di capitalizzazione in fumo. Il tracollo di ieri ha visto l’onta di titoli come Intesa, Fiat e Unicredit perdere dal 9 al 10%. Ma quello che passerà alla storia come un 4 agosto da dimenticare ha registrato, a mezz’ora dalla chiusura, anche il tilt del rilevamento degli indici per un incidente tecnico ai sistemi del Nyse Euronext che gestisce anche le Borse di Parigi, Amsterdam, Bruxelles e Lisbona. Il guasto (per cui è stato escluso un attacco di hacker ed è arrivato dopo il black out di sei ore del 22 febbraio) non ha permesso di calcolare l’indice Ftse Mib alla chiusura ma solo alle 19.
L’Italia, insomma, resta al centro della tempesta. E il fatto che Trichet abbia menzionato ieri l’acquisto di bond solo di Lisbona e Dublino, non citando i titoli italiani e spagnoli come sembrava attendere il mercato e, come ha lasciato intendere, anche il ministro dell’economia Tremonti, non ha certo aiutato i nostri Btp con il differenziale verso i bund tedeschi rischizzato a 390 punti (ormai vicino ai 400 dei Bonos spagnoli) che presuppone un rendimento del 6,15%, sempre più vicino alla soglia rischio di 6,5-7% indicata come insopportabile per le casse statali.

MA IL PROBLEMA


non è solo l’Italia: è salito a livelli record (87 punti) anche il differenziale con i titoli decennali francesi. Ormai i mercati sembrano aver perso la fiducia nella capacità dei governi degli Stati Uniti e dell’Europa di gestire i debiti accumulati per far fronte alla crisi. Non è un caso che l’allarme sui debiti sovrani europei e sulla frenata dell’economia (non solo nell’area euro ma anche negli Usa) abbia affossato ieri anche le piazze asiatiche e Wall Street che, delusa dai dati sui sussidi di disoccupazione, ha perso il 4,31% mentre Obama segue da vicino anche la crisi dell’Eurozona. E se l’euro si indebolisce verso 1,41 sul dollaro, la paura degli investitori su un ritorno della recessione è confermata dal calo sotto gli 89 dollari al barile del petrolio e dalla corsa a franco svizzero e oro al nuovo primato di 1.681,8 dollari l’oncia.