UN LAVORO estivo non sempre è fine a se stesso. Non sono in pochi coloro che, dopo un primo periodo all’estero, decidono di cambiare definitivamente vita. Ma l’importante è non farsi trovare impreparati. Aldo Mencaraglia, 41 anni, di Cuneo, all’estero da quando ne aveva 19, sul tema ha creato un blog seguitissimo (www.italiansinfuga.com) e ha scritto un libro È facile cambiare vita se sai come farlo (Bur Rizzoli) per evitare incidenti di percorso.
Quali sono i sentimenti degli Italians all’estero?
«Online gli ‘italians’ emigrati si confrontano e, tra nostalgia e voglia di mettersi alla prova, raccontano la dolce vita oltre confine. C’è chi scrive come trovare lavoro in Gran Bretagna in tre giorni, chi sconsiglia di fare il cameriere in Bulgaria — ‘primo perché la lingua è difficilissima, secondo perché gli stipendi sono inferiori all’Italia’ — e altri che, invece, felicemente emigrati in Olanda da 12 anni non tornerebbero in patria per nessun motivo».
Prima della seconda vita, molti prediligono un inizio soft...
«I lavoretti estivi sono utilissimi. Provare a stare in un altro Paese per qualche mese è fondamentale: bisogna rendersi conto con chi si avrà a che fare, cosa si mangerà e come ci si arrangerà con la lingua».
Lei ha fatto così?
«Ho lasciato Cuneo a 19 anni e mi sono trasferito in Inghilterra. Poi non ho più smesso di viaggiare. Mi sono sposato e con mia moglie ci siamo trasferiti in Cina, Taiwan e, infine, in Australia. Ora vivo a Melbourne dal 2002 e non torno in Italia dal 2006. Lavoro al blog e aiuto mia moglie nel suo lavoro di migration agent».
Insomma, una partenza con lieto fine. Ma non sempre è così. Come evitare incidenti di percorso?
«Ai miei amici Italians (quasi 7mila su Facebook,







ndr) dò sempre una serie di consigli utili: imparare la lingua del Paese in cui si vuole lavorare e/o emigrare, analizzare cosa si offre al mondo del lavoro e le offerte dello stesso; scrivere un blog sulla professione ambita; risparmiare e accontentarsi».
Perché accontentarsi?
«Per anni bisogna mettere in conto stipendi sotto le aspettative ed evitare continui confronti con l’Italia».
Quali sono le mete più gettonate per mollare tutto?
«In primis la Gran Bretagna per la lingua. Seguono la Spagna, amatissima dagli italiani sia per il mare, ma soprattutto per la movida. Infine, la Germania. Ci sono tante opportunità, ma la lingua resta un freno. In ogni caso gli ‘italians in fuga’ sono tanti. Solo nel 2010 sono stati più di 65mila...».
L’identikit di chi fa le valigie?
«Single, fra i 25 e i 30 anni. In genere chi sa mettersi in gioco e per un po’ accetta di guadagnare pochi euro all’ora». Se son rose...
r. car.