Alessandro Farruggia
ROMA
OCCHIO

al cielo. Stasera tra le 21.25 e le 22.03 ora italiana c’è la remota possibilità che qualche pezzo di un satellite americano — l’Uars, Nasa upper atmosphere research satellite, grosso come uno scuolabus e pesante cinque tonnellate — riesca a superare l’attrito dell’atmosfera e finisca sul Nord Italia.
La probabilità che questo accada è francamente minima, ed è stata abbassata ieri dallo 0,9 allo 0,6% perché si è esclusa l’eventualità che l’Italia potesse essere interessata da un secondo passaggio tra le 3.34 e le 4.12 di domani. E la percentuale è bassa anche e soprattutto perché la previsione più probabile di rientro sulla Terra è fissata per le 19.20 ora italiana (con una finestra che si apre alle 14 di oggi e si chiude alle tre di domani mattina), quando il satellite si troverà sulla verticale del SudEst asiatico e, dopo pochi minuti di volo, sull’Asia Centrale. Ma il volo dell’Uars è influenzato da molti fattori e la navicella potrebbe cadere un paio d’ore o tre dopo. E in quel caso il Nord Italia è sulla traiettoria dei 26 frammenti nei quali il satellite presumibilmente si frammenterà. E nel caso non sarebbe simpatico vedersi cadere addosso un pezzo d’alluminio di 150 chili.

IN PARTICOLARE


il satellite della Nasa transiterà sulla verticale di Bolzano, Milano e Cuneo con una fascia di attenzione (e quindi di possibile caduta) che si estende alla Val D’Aosta, a tutto il Piemonte, alla Lombardia, alla Liguria, il Trentino Alto Adige, all’Emilia occidentale (province di Piacenza e Parma), non alla Romagna però al Veneto interno (Verona Vicenza, Belluno e Treviso) e non costiero, il Friuli settentrionale e centrale. «Per determinare con precisione l’area interessata e l’orario dell’impatto — ha precisato il prefetto Franco Gabrielli, capo della Protezione civile — bisognerà attendere un’ora, o forse quaranta minuti dall’evento. Comunque noi informeremo con piena trasparenza i cittadini attraverso bollettini che pubblicheremo ogni due ore. La probabilità percentuale che frammenti del satellite possano colpire persone è molto bassa ma non è pari a zero e quindi stiamo mettendo in piedi un sistema di autoprotezione, che fa dell’informazione chiara e tempestiva il suo cardine». Quindi radio e tv accese, oggi pomeriggio. E comunque stando in casa si eviterà ogni rischio.

«E’ POCO

probabile — ha infatti proseguito Gabrielli — che i frammenti, ove cadano, e se cadranno in Italia, causino il crollo di strutture. Per questo sono da scegliersi luoghi chiusi. I frammenti però, impattando sui tetti degli edifici, potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti. Pertanto sono da considerarsi più i sicuri i piani intermedi o bassi e quelli dove posizionarsi nel caso di impatto sono i vani delle porte inseriti nei muri portanti». Ma l’eventualità, va sottolineato, è remota. «La probabilità che alcuni frammenti del satellite possano cadere sull’Italia è in assoluto bassissima» sottolinea Andrea Milani, che insegna Meccanica celeste nell’università di Pisa. Secondo la Nasa il rischio che possano esserci danni per gli esseri umani è pari a 1 su 3.200, mentre altri alzano la stima a 1 su 1000. Ma sinora — basti pensare al caso del laboratorio spaziale Skylab che precipitò nel 1979 — la spazzatura spaziale che ha raggiunto la Terra non ha mai fatto danni, finendo soprattutto in mare. Ma dato che un certezza non c’è, meglio dare una occhiata alle notizie oggi pomeriggio. Prevenire è meglio che scansare navicelle spaziali in caduta libera.