ROMA
«IN ITALIA
nessuno paga per gli errori giudiziari». L’assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito in Corte d’Apello dopo quattro anni di carcere è mediaticamente troppo rilevante perchè non venga presa ad esempio dai sostenitori dell’introduzione della responsabilità civile per i magistrati. Angelino Alfano, leader del Pdl ed ex ministro della Giustizia, dice che il «tema che mi viene in mente, e che è giusto, è questo: se la detenzione di Amanda e di Raffaele è stata ingiusta, chi li risarcirà? Chi pagherà mai? Non entra nell’intricato processo, ma si limita al giudizio della Corte che ha dichiarato innocenti i due, «affermando così implicitamente che la detenzione non doveva esserci». Quindi l’affondo che è un’anticipazione di volontà di riforme: «In Italia il tema è che per gli errori giudiziari nessuno paga».

DOPO QUALCHE

ora, la replica dei magistrati: «Sono allibito: Alfano sa bene che il nostro ordinamento prevede per i giudici fino a tre gradi di giudizio», afferma Palamara, Anm. L’errore è sempre possibile, dice, ma non per questo si deve denigrare la magistratura che sembra si voglia intimorire. Dal Pd, Anna Finocchiaro chiede provocatoriamente «chi paga per il lodo Alfano e gli altri provvedimenti voluti dal governo e poi bocciati dalla Corte costituzionale?».
Il Pdl sembra comunque sapere dove puntare e il portavoce Capezzone parla della «troppo lunga attesa» di una riforma della Giustizia che porti ad una «seria responsabilità civile dei magistrati». Ricorda che nell’87 con un referendum gli italiani la chiesero «ma poi il Parlamento la depotenziò» ed è convinto che sia «ora di ripristinarla». Capezzone riflette sul peso del processo mediatico: «Ieri c’è stato un esito garantista», ma di solito si arriva ad «esiti giustizialisti», alla compressione delle ragioni di chi si difende che «per mesi o anni viene esposto ad un trattamento mediatico che è una lesione profonda» dei suoi diritti.
Una sponda immediata arriva da Marco Pannella, convinto che «tutto sommato, Amanda e Raffaele sono stati fortunati», perchè sia la pressione internazionale che il fatto di avere alle spalle famiglie economicamente solide ha consentito di accorciare i tempi di solito «lentissimi» dei giudizi. In caso contrario, assicura il leader radicale «avrebbero scontato 6 o 7 anni da innocenti».

IL PROBLEMA,



afferma, sono le «migliaia di persone rinchiuse per reati mai commessi». E’ la conferma di una giustizia ingiusta, assicura l’associazione radicale ‘Nessuno tocchi Caino’. Il Codacons si rivolgerà alla Corte dei Conti per evitare che il risarcimento per l’errore giudiziario lo debbano pagare i cittadini.
u. bo.