ROMA
IL PRESIDENTE
della Repubblica Giorgio Napolitano scandisce le parole: di fronte alla crisi occorre abbattere il debito pubblico e «ciascuno faccia la sua parte. Lo deve fare l’insieme delle forze politiche, innanzitutto il Governo». Nella platea in primissima fila c’è Silvio Berlusconi. L’occasione per quello che viene solitamente definito un ‘severo monito’ è la cerimonia per i Cavalieri del lavoro. Il pressante invito del Colle arriva il giorno dopo la netta presa di posizione degli industriali che hanno chiesto a Palazzo Chigi decise misure per lo sviluppo. Napolitano si dichiara «angustiato» dalla mancanza di coesione delle forze politiche, a cui torna a chiedere una «netta assunzione di responsabilità, largamente condivisa». Un tasto dolente che le forze politiche non sembrano, a dire il vero, praticare. Lo stesso Berlusconi non nasconde che il dialogo sia tutt’altro che agevole.
Il tutto mentre il mondo politico continua a discutere sul famoso dl Sviluppo che, come noto, è ulteriormente slittato (doveva infatti essere pronto in settimana). E che, promette ora Sandro Bondi, arriverà al massimo in dieci giorni. Per il ministro degli Esteri Franco Frattini (che sottoscrive senza riserve le parole di Napolitano) per far fronte alle «attese delle istituzioni finanziarie europee», il dl dovrà essere un «provvedimento sulla crescita che sia sostanziale, e non solamente procedurale». E i fondi necessari a finanziare il provvedimento? Risponde, in un’intervista, il titolare della Farnesina: «A Tremonti lo spiego io, se necessario, come trovare i soldi».

RACCOGLIE


l’invito del capo dello Stato anche il ministro per le Politiche Europee, Anna Maria Bernini: «Le iniziative del Governo vanno nella direzione dei giusti auspici del presidente della Repubblica, attraverso un percorso di uscita dalla crisi modulato sul rispetto dei vincoli di bilancio e sulle misure di crescita che garantiscano la coesione sociale». D’accordo con Napolitano anche il Pd. In mattinata, aveva detto la sua il leader Pier Luigi Bersani: «Non possiamo più assistere a questi inni all’impotenza che ogni giorno proclama chi ci governa. Siamo all’impasse».
A mano a mano che filtravano le notizie sulla bozza del dl Sviluppo, i ministri del Governo intervenivano, spesso per smentire le indiscrezioni. Segno di come sia difficile trovare la quadra. Mariastella Gelmini ha negato le misure annunciate sull’università «anche perché in contrasto con la linea del ministero». E il titolare dei Trasporti, Altero Matteoli, ha ammesso: niente soldi, giocheremo sulla «defiscalizzazione».

Francesco Ghidetti