ROMA
«SIC TRANSIT
gloria mundi», così passa la gloria del mondo. La notizia della morte di Gheddafi è appena arrivata e Silvio Berlusconi sintetizza così il suo umore davanti a numerosi deputati del Pdl. Poco prima, quando non c’era ancora la certezza della fine del raìs, il premier aveva osservato che la guerra era comunque finita. Poco dopo, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, esprime considerazioni meno filosofiche: «In Libia si chiude una pagina drammatica e ora c’è solo da augurarsi che si possa costruire un Paese nuovo, libero e unito». Pace e democrazia sono l’auspicio anche del segretario di Stato Tarciso Bertone (tra l’altro la Santa Sede ha annunciato di aver riconosciuto il Cnt). Anche il presidente del Senato, Renato Schifani, ha parlato di capitolo nuovo della storia libica nella speranza che il «percorso verso la libertà prosegua senza incertezze». Considerazioni simili da Gianfranco Fini, convinto che con la tragica fine di Gheddafi si sia «davvero voltato pagina».

FASE NUOVA

auspicata anche da Ignazio La Russa, che sottolinea di non rallegrarsi mai per la morte di un uomo. Il ministro della Difesa è convinto che a questo punto, con la presa di Sirte, la missione militare italiana sia conclusa (anche se servirà un passaggio parlamentare per renderlo ufficiale), mentre si riapre la fase dei rapporti commerciali e politici tra i due Paesi. Ne riparleremo tra un mese, quando la Libia avrà un governo provvisiorio operativo, ha riassunto il ministro. Umberto Bossi coglie la palla al balzo e dice che «ora bisogna mandare a casa i clandestini libici», che per la verità non sono tanti. Nel governo, da Crosetto a Boniver a Rotondi, molti si auguravano la cattura di Gheddafi, ma non la morte. Casini ricorda che la scomparsa del raìs non cancellerà le sofferenze inflitte a migliaia di libici, ma subito consiglia «maggior prudenza a chi in vita lo ha ossequiato con poco senso della misura». Bersani spiega che «non c’è niente da festeggiare» e assicura che in Libia la situazione è a «un tornante» e che ora bisogna aiutarla verso la pace e la democrazia. Per l’Idv il commento del premier è stato «agghiacciante e volgare».
r. r.