ROMA, 21 novembre 2011 - «Ora la Spagna deve riuscire a liberarsi delle stesse palle al piede che, come da noi, frenano la crescita». Professore di politica economica alla Cattolica, Giacomo Vaciago è tra i più attenti osservatori della realtà europea e guarda con attenzione a ciò che accade a Madrid perché «è nella stessa barca in cui sono, seppure con notevoli differenze, Roma e Atene».


A Madrid un cambio della guardia: dai socialisti ai popolari.
«Zapatero e i socialisti spagnoli pagano la colpa di avere perso tempo. Hanno puntato tutto sugli aspetti sociali, sottovalutando quelli economici e finanziari. Si sono dimenticati di fare quelle riforme che avrebbero fatto crescere la competitività. Così la crisi li ha colti impreparati».


Rajoy deve tornare al metodo Aznar che aveva permesso il miracolo spagnolo?
«Troppo facile un ritorno al passato. La società spagnola e la situazione mondiale non sono quelle di dieci anni fa. La ricetta Aznar puntò molto sugli investimenti in infrastrutture, sul patrimonio edilizio, sull’aumento dei posti nella pubblica amministrazione. Il miracolo c’è stato, ma da lì è nata la bolla immobiliare che ha messo in ginocchio la Spagna. Zapatero non ha capito che non poteva durare, che doveva correggere gli errori di quella politica. L’esplosione della crisi internazionale gli ha presentato il conto».


Rajoy che cosa dovrà fare?
«Impegnarsi in una serie di riforme. Ad esempio, ridimensionare la pubblica amministrazione, operare per dare più competitività alle imprese. Il tutto per spingere sul pedale della crescita».


Quindi, Madrid come Roma e Atene?
«Le differenze non sono da poco. Atene aveva truccato i conti, Madrid e Roma no. La somiglianza sta nel fatto che tutte e tre hanno dimenticato l’importanza della crescita. La Spagna somiglia all’Italia soprattutto nei difetti. Noi, però, abbiamo un sistema produttivo migliore del loro».


In Spagna cresce l’astensione.
«E’ fatale che gli elettori scontino la delusione dovuta all’esplosione della crisi disertando le urne. Ovvio che i più delusi siano gli elettori socialisti. Un po’ tutti, però, credo abbiano capito che serviranno sacrifici per risalire la china».


Madrid può farcela?
«Certo. A patto che il nuovo governo abbia la forza di avviare le riforme necessarie alla crescita».