ROMA - E Ici (ri)sia. L’imposta comunale sugli immobili torna. Con un altro nome: Imu (imposta municipale unica). Si pagherà sulla prima e sulle seconde e terze case. Da queste misure (comprese le rivalutazioni catastali) l’esecutivo guidato da Mario Monti conta di intascare una cifra che dovrebbe aggirarsi sui 10-12 miliardi. Lo ha annunciato un per niente felice presidente dell’Anci (l’Associazione dei Comuni italiani), Graziano Delrio, nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi al termine dell’incontro con il Governo sul pacchetto anti-crisi. Ma la vera notizia sta nel fatto che — come annota ancora Delrio — «una buona parte del gettito non andrà ai Comuni, bensì allo Stato». Di fatto, dunque, la reintroduzione di questa tassa colpirà sia i cittadini che gli enti locali.

Elementi confermati dal ministro per i rapporti con il parlamento Giarda: «Ci sarà un aumento significativo del prelievo tributario sulla casa, che ha diverse componenti: una parte rilevante resta nella proprietà dei comuni, un’altra invece viene acquisita dallo Stato. Per i comuni l’espansione della capacità di prelievo sul patrimonio immobiliare svolge una funzione rilevante».


Nella manovra è prevista la rivalutazione delle rendite catastali di ben il 60 per cento. I criteri di queste ultime furono stabilite nel 1997. Attualmente la rivalutazione delle rendite del ’97 si fa al 5 per cento. Tenendo conto, tra l’altro, di un particolare di non secondaria importanza: e cioè che ogni Comune ha sin qui seguito una sua strada di valutazione, quindi nient’affatto omogenea nel Paese.


NEL DETTAGLIO. L’imposta municipale si chiamerà Imu e, di fatto, sostituirà la vecchia Ici. L’aliquota di base sarà dello 0,4 per cento per la prima casa e dello 0,76 per cento dalla seconda casa in poi (ci sarà un’esenzione fino a 200 euro per le prime case). «L’istituzione dell’imposta municipale propria è anticipata, in via sperimentale, a decorrere dall’anno 2012, ed è applicata fino al 2014 in base», poi entrerà a regime nel 2015. «L’imposta municipale propria ha per presupposto il possesso di immobili», si spiega, «ivi compresa l’abitazione principale e le pertinenze della stessa». «La base imponibile dell’imposta municipale propria è costituita dal valore dell’immobile», si precisa. Valore che sarà calcolato «applicando all’ammontare delle rendite risultanti in catasto, vigenti al primo gennaio dell’anno di imposizione, rivalutate del 5 per cento i seguenti moltiplicatori: 160 per i fabbricati classificati o classificabili nei gruppi catastali A, B e C, con esclusione di A/10 e C/1; 80 per i fabbricati classificati o classificabili nel gruppo catastale D e nella categoria catastale A/10; 55 per i fabbricati classificati o classificabili nella categoria C/1».
 

Contestualmente, «la dotazione del fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa è incrementata di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2012 e 2013».
f. gh.