ROMA
CON LO SCIOPERO generale i sindacati hanno portato in piazza migliaia di lavoratori contro la manovra del governo che è iniqua, un’«istigazione alla ribellione», l’ha definita Raffaele Bonanni che con Susanna Camusso e Luigi Angeletti ha dato vita a una protesta davanti a Montecitorio alla quale hanno portato la loro solidarietà delegazioni del Pd, Idv ed estrema sinistra. I tre leader sindacali hanno anche deciso che «continueranno la battaglia» per non dare tregua al governo «fino all’ultimo giorno e anche dopo». Si sono rivolti anche a Giorgio Napolitano perché intervenga per far «percorrere la strada dell’equità». In mattinata, migliaia di lavoratori erano scesi in piazza dando vita in tutte le principali città a cortei di protesta: quasi tutti unitari.
I leader sindacali già nella notte precedente avevano incassato la disponibilità ad ascoltare, ma l’indisponibilità a ogni correzione della manovra dal premier Mario Monti («Non possiamo fare niente di diverso: andremo avanti così»). Concetti ribaditi in incontri e telefonate con altri premier: «Dobbiamo assicurare il consolidamento fiscale e avviare riforme strutturali per crescere con equità sociale». Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha detto che i negoziati sono finiti e si è augurata che «tutti siano contenti». Un incontro «molto più deludente delle attese», per la leader della Cgil, convinta che la manovra sia tutta a vantaggio degli imprenditori e non dei lavoratori, oppressi dalle tasse sulla casa e dal blocco dell’indicizzazione delle pensioni. Per Camusso c’è solo rigore e i «sacrifici ricadono sui soliti noti», causando effetti recessivi. Bonanni conferma che Monti non «modificherà gli spigoli» nelle prossime ore. Speranze poche dunque, anche perché la «politica è out» e il Parlamento costretto a votare la fiducia, ricorda convinto che questo produrrà «guai, malessere sociale e la coesione si romperà». Il leader della Uil già vede una nuova manovra. Nei prossimi giorni le manifestazioni e gli scioperi continueranno. Sul piede di guerra anche i pensionati della Cgil.
Oggi Pier Luigi Bersani illustrerà ai leader sindacali le proposte del Pd (gradualità sulle pensioni, lotta all’evasione fiscale, Ici anche per la Chiesa) consapevole però che il «nostro voto alla manovra non è in discussione». Antonio Di Pietro ha definito «sacrosanto» lo sciopero e si è schierato senza condizioni coi sindacati, così come Nichi Vendola. Il leghista Luca Zaia dice di comprendere lo sciopero. Meno condivisione dai centristi e dal Pdl che parla di «demagogia sindacale». Sarcastico con la Cgil Massimo D’Alema: «Rimpiangete forse Berlusconi?».
L’ex premier si riferisce all’attacco al Pd lanciato alcune ore prima dalla Camusso: «Bersani non doveva votare a scatola chiusa. Questa è la decadenza di questa stagione».
u. bo.