Elena G. Polidori
ROMA
CON UN COLPO di reni finale, a tarda sera il governo è riuscito a dare unaccelerata al tema liberalizzazioni, correggendo un emendamento dei relatori e decidendo (come era allinizio della manovra) che le aperture dei vincoli di numerose attività economiche partano dal primo gennaio 2012 e non dal 1 gennaio 2013 come era stato corretto in commissione durante lesame del provvedimento. Dalle liberalizzazioni resta confermata lesclusione dei taxi.
LA DECISIONE del governo arriva dopo che le varie «lobby» avevano fatto sentire pesantemente la propria voce. Solo ieri la minacciata serrata delle farmacie aveva rischiato di far saltare la vendita delle medicine di fascia C. Il Pdl voleva limitare questa liberalizzazione mentre il Pd era per accentuarla. La mediazione proposta è quella di rinviare a un decreto ministeriale della Salute la definizione dei farmaci da liberalizzare. Il ministro Renato Balduzzi ha garantito che su questo punto il governo non farà passi indietro. Federfarma, però, è sul piede di guerra: «A fronte della totale chiusura del governo che sbandiera la sola liberalizzazione della vendita di medicinali come panacea per lo sviluppo del Paese, le farmacie sono costrette a una reazione molto pesante: la chiusura». Caustico il commento di Ignazio Marino, senatore Pd e presidente della Commissione dInchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale: «La minaccia di chiudere per un giorno le farmacie è un paradosso; è la protesta di una lobby per la conservazione dei privilegi». La serrata delle farmacie potrebbe essere indetta per il prossimo lunedì, ma la mediazione è in atto. Anche se la decisione governativa arrivata a tarda sera riporta dattualità il tema. La partita pare più definita sul fronte della liberalizzazione dei taxi, operazione già tentata da Bersani nellestate 2006 e puntualmente fallita, e che resta esclusa anche nella manovra Monti. Nellarticolo 34 della manovra si legge, infatti, che «il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea» viene escluso «dallambito di applicazione» dalle misure di liberalizzazione delle attività economiche. Ad applaudire alla retromarcia del governo è stato per primo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che ha nel popolo dei conducenti di taxi uno dei suoi più forti bacini elettorali.
ROMA
CON UN COLPO di reni finale, a tarda sera il governo è riuscito a dare unaccelerata al tema liberalizzazioni, correggendo un emendamento dei relatori e decidendo (come era allinizio della manovra) che le aperture dei vincoli di numerose attività economiche partano dal primo gennaio 2012 e non dal 1 gennaio 2013 come era stato corretto in commissione durante lesame del provvedimento. Dalle liberalizzazioni resta confermata lesclusione dei taxi.
LA DECISIONE del governo arriva dopo che le varie «lobby» avevano fatto sentire pesantemente la propria voce. Solo ieri la minacciata serrata delle farmacie aveva rischiato di far saltare la vendita delle medicine di fascia C. Il Pdl voleva limitare questa liberalizzazione mentre il Pd era per accentuarla. La mediazione proposta è quella di rinviare a un decreto ministeriale della Salute la definizione dei farmaci da liberalizzare. Il ministro Renato Balduzzi ha garantito che su questo punto il governo non farà passi indietro. Federfarma, però, è sul piede di guerra: «A fronte della totale chiusura del governo che sbandiera la sola liberalizzazione della vendita di medicinali come panacea per lo sviluppo del Paese, le farmacie sono costrette a una reazione molto pesante: la chiusura». Caustico il commento di Ignazio Marino, senatore Pd e presidente della Commissione dInchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale: «La minaccia di chiudere per un giorno le farmacie è un paradosso; è la protesta di una lobby per la conservazione dei privilegi». La serrata delle farmacie potrebbe essere indetta per il prossimo lunedì, ma la mediazione è in atto. Anche se la decisione governativa arrivata a tarda sera riporta dattualità il tema. La partita pare più definita sul fronte della liberalizzazione dei taxi, operazione già tentata da Bersani nellestate 2006 e puntualmente fallita, e che resta esclusa anche nella manovra Monti. Nellarticolo 34 della manovra si legge, infatti, che «il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea» viene escluso «dallambito di applicazione» dalle misure di liberalizzazione delle attività economiche. Ad applaudire alla retromarcia del governo è stato per primo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che ha nel popolo dei conducenti di taxi uno dei suoi più forti bacini elettorali.
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