ROMA
DOPO
la Fiat e Finmeccanica ancora un accordo separato al Ministero del Lavoro. E nei cantieri navali scattano scioperi e blocchi degli impianti. Su Fincantieri, azienda controllata al 100% dal Tesoro, si materializzano gli incubi di giugno con i 1.125 esuberi che diventano 1.243 al netto dei lavoratori di Sestri Levante e Castellamare di Stabia. La chiusura di questi stabilimenti, stoppata dopo il ‘niet’ di giugno, viene «messa in attesa» di futuribili commesse. Una chiusura rinviata, presumibilmente, vista la crisi della cantieristica.
A firmare l’accordo ieri sono state Fim Cisl, Uilm Uil, Ugl e Faims, mentre la Fiom (il sindacato più rappresentativo) ha detto no. Ma anche tra Cisl e Uil i distinguo a livello locale sono numerosi. In particolare le Rsu dello stabilimento di Ancona e di quello di Palermo si sono espresse all’unanimità contro l’accordo firmato a Roma. «La notizia importante — commenta Alberto Monticco della Fim Cisl — è che l’azienda, a differenza del piano ritirato lo scorso 3 giugno, ha messo per iscritto che non chiuderà alcun sito e che ci sarà un piano di riorganizzazione che non lascerà per strada alcun lavoratore. È strano che la Fiom abbia dichiarato delle ore di sciopero».
«Riteniamo che le organizzazioni sindacali che hanno firmato l’accordo — conferma Tiziano Roncone, segretario generale della Fim Liguria — abbiano agito con senso di responsabilità».
Ma la Fiom non ci sta. «Da venerdì — dice il segretario generale Maurizio Landini — chiediamo un tavolo al governo. Se le politiche della crescita sono quelle di ridimensionare Fincantieri il risultato è che interi pezzi del sistema industriale rischiano di scomparire».
«Il piano di ieri — dice il coordinatore nazionale cantieristica della Fiom, Alessandro Pagano — peggiora quello precedentemente ritirato, sancendo l’ufficializzazione del disimpegno industriale per Castellammare di Stabia e Sestri».
E a Sestri — dove andranno in cassa integrazione 714 lavoratori — è subito scoppiata la protesta. Dopo un’assemblea straordinaria si sono bloccate le portinerie e si è entrati in uno sciopero che continuerà oggi e poi, a oltranza, dal 2 gennaio. E la nave




Oceana, che è pronta e doveva effettuare le prove a mare in gennaio per essere consegnata a marzo, «non uscirà dal cantiere, questo è certo», avverte il segretario generale della Fiom di Genova, Francesco Grondona.

TENSIONE

altissima anche a Palermo, dove l’intera Rsu contesta l’accordo — che per quello stabilimento prevede 470 lavoratori in casa integrazione e 140 esuberi nel biennio — raggiunto dalle segreterie nazionali così come ad Ancona, dove la cassa integrazione riguarda 491 lavoratori. Una riapertura del dialogo con l’intervento del ministero dello Sviluppo Economico viene chiesta da Pd, Idv e e Sel. E la palla è ora al superministro Passera, che potrebbe convocare un tavolo nei primi giorni di gennaio.
a. farr.