ROMA
L’ESTENUANTE
e delicatissimo tema delle liberalizzazioni è al primo posto nell’agenda di Governo, in quella che, anche se il premier Mario Monti gradisce poco questa definizione, viene battezzata come ‘fase due’, la fase che dovrebbe rilanciare la crescita e combattere la recessione in cui, di fatto, l’Italia è precipitata. Entro gennaio — forse già nei primi giorni della prossima settimana — arriverà un disegno di legge organico sulla concorrenza, che riproporrà le liberalizzazioni anti-lobby, partendo dai capitoli accantonati di taxi e farmacie.

PRIMA

di entrare nel merito, occorre precisare un dato strettamente politico: e cioè che sulle liberalizzazioni molto ha insistito il Pd di Pier Luigi Bersani, attirandosi, peraltro, non poche critiche dalle forze politiche alla sua sinistra. Al contrario di un Pdl che ha sollevato non poche obiezioni. Al Senato il 22 dicembre, Monti è stato chiaro: sulle liberalizzazioni il Governo è pronto a intervenire con «azioni coraggiose». Dal canto suo il superministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, ha lasciato intendere che, sempre sulle liberalizzazioni, a gennaio si sarebbero presi provvedimenti presumibilmente riproponendo i provvedimenti tolti dal decreto ‘salva-Italia’.

MA ENTRIAMO

più nel dettaglio. Taxi, farmacie, ordini professionali ma soprattutto servizi pubblici e trasporto locale, strade, servizi postali e energia, a partire dal gas e dalla benzina: sono questi i settori da aprire alla concorrenza nelle prossime settimane. Sulle farmacie, su cui si gioca una partita estremamente delicata, il ministro della Salute Renato Balduzzi, in un’intervista, aveva specificato: «Il presidente Monti ha dichiarato che il programma generale delle liberalizzazioni andrà avanti nella cosiddetta fase due del nostro Governo, che tra l’altro consideriamo già iniziata. L’ordine dei farmacisti mi ha dato ampia disponibilità al confronto». Nella riforma dovrebbe esserci la possibilità per le parafarmacie di vendere le medicine cosiddette di ‘fascia C’, quelle cioè che hanno obbligo di ricetta, ma non vengono rimborsate dal servizio sanitario nazionale. Ciò comporterebbe l’acquisto anche in quei supermercati che hanno organizzato spazi adeguati all’attività parafarmaceutica.

MOLTO

problematica la questione degli ordini professionali. Anche in questo caso si tratta di una questione annosa e di non facile risoluzione. In sostanza, l’esecutivo punta a superare l’ostacolo dell’obbligo dell’iscrizione agli ordini. Per quanto riguarda i taxi occorrerà superare l’opposizione delle varie categorie contrarie all’estensione delle licenze e di permettere, come avviene in molti Paesi all’estero, l’introduzione delle fermate. Da non dimenticare il progetto di aprire ai privati sia il sistema di trasporto locale sia quello delle aziende energetiche.
f. gh.