ROMA, 3 gennaio 2012 - Superata la ‘fase emergenziale’ con l’approvazione della manovra, il governo si appresta ad avviare il confronto con le parti sociali sulla riforma del lavoro: i primi incontri partiranno la prossima settimana, dal 9 gennaio.

Il governo, ha spiegato Monti, intende procedere, su una materia delicata come quella del lavoro, senza strappi né forzature, ma come già spiegato ai leader di Cgil, Cisl e Uil, i tempi sono stretti.


La Cgil incalza il governo Monti e chiede un tavolo unitario per discutere di lavoro, pensioni e liberalizzazioni: no a incontri separati stile Sacconi dice la confederazione. Una richiesta di concertazione avanzata anche da Cisl e Uil.

Ma il governo non cambia linea: gli incontri sulla riforma del mercato del lavoro saranno con un sindacato alla volta e non con le parti sociali riunite, si apprende da fonti dell’esecutivo.

L'APPELLO CGIL - La Cgil in un post su Twitter avverte: “Monti non convochi i sindacati separatamente. Gli incontri separati stile Sacconi rendono solo tutto più complicato e più lungo”. Secondo l’organizzazione guidata da Susanna Camusso “serve un Piano del lavoro che tamponi la crisi, crei nuovi posti per giovani e donne, dia prospettiva e speranza al Paese”.

Il programma deve prevedere “assunzioni incentivate per giovani e donne con contratto di inserimento formativo sui progetti paese che riduca la precarieta’”. Ma al tavolo con il governo si dovrà parlare anche di liberalizzazioni, produttività, contratti e pensioni.

 

L'UGL - L’obiettivo, ha sottolineato il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, è la crescita: “Le quattro Confederazioni, anche se con sfumature diverse, hanno come unico obiettivo la crescita per il bene del Paese e dei lavoratori, perché questa è l’unica soluzione, non la modifica dell’articolo 18, nè il contratto unico o prevalente”.


BAGNASCO: DIALOGO - Sulla concertazione oggi è intervenuto anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, che dalla Liguria ha ammonito: “La via del dialogo tra diversi soggetti è molto importante” per prevenire le tensioni sociali “perché parlarsi significa far emergere i problemi e cercare soluzioni possibili”. “Purtroppo - ha affermato il porporato - le tensioni sociali sono sempre possibili, ma direi che non sono fatali. Si possono affrontare e anche prevenire”.
 

NAPOLITANO - Da Napoli infine il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sul tema del lavoro ha sottolineato: “Vedo che c’è una necessità, ampiamente riconosciuta, che è quella di ripensare agli ammortizzatori sociali, da un lato, e dall’altro di affrontare i nodi che sono già stati affrontati con l’accordo del 28 giugno, un accordo sottoscritto da tutti (quello sulla rappresentanza e il contratto, ndr)”. Sui sindacati Napolitano ha affermato: “Le organizzazioni sindacali non sono solo organizzazioni che difendono gli interessi di categoria, ma difendono insieme una certa visione dell’interesse generale del Paese”.