Antonella Coppari
ROMA, 5 febbraio 2012 - IN ATTESAdel piatto forte — l’assemblea della Margherita che il presidente Enzo Bianco annuncia convocherà entro la fine del mese per decidere la posizione ‘ufficiale’ — il caso dell’ex tesoriere Luigi Lusi continua ad agitare i colleghi di un tempo. Né serve a rasserenare gli animi provati dallo storno di 13 milioni di euro quanto racconta lo stesso Bianco: «Quando fu esaminato il bilancio consuntivo del 2010 nessuno sollevò dubbi sulla opacità né i revisori dei conti né i membri dell’assemblea». Indulge nei particolari il senatore del Pd e racconta: poiché alcuni si lamentarono di non aver potuto visionare la bozza, la seduta fu sospesa per consentirne l’esame a tutti, e poi «il bilancio fu approvato all’unanimità». Nessuno si tiri fuori, insomma. «E’ vero — riconosce Castagnetti — nella riunione del 2011 Parisi ed io abbiamo accettato l’idea della costituzione di un gruppo che avrebbe definito cosa fare per i soldi del partito e dunque di fatto non ci siamo espressi contro il bilancio. Cosa che invece ho fatto nel 2010, davanti a testimoni».

L’INCHIESTAsi allarga, i pm indagano, la gente s’indigna: freme l’ex partito di Rutelli. Prioritario, spiegano, dimostrare la propria estraneità. La proposta di costituirsi parte civile al processo ha diversi fans. Contemporaneamente, è diffusa l’idea che quanto Lusi restituirà debba tornare alle casse dello Stato. Anche perché a fango si aggiunge fango: addirittura, il leghista Borghezio porta il caso in Europa. In un’interrogazione chiede che indaghino «anche la Corte dei conti Ue e il servizio antifrodi Olaf perché il Pde, finanziato con fondi europei, ha avuto e ha tuttora come tesoriere Lusi». Fandonie, replica Gianni Vernetti: si è dimesso dall’incarico quando ha lasciato la carica ricoperta nella Margherita. «Il tesoriere ora è il belga Gerard Deprez».

TANT’È. Per frenare gli effetti di uno scandalo potenzialmente devastante per tutti, osserva il centrista Lusetti (ex Margherita) «dobbiamo approvare entro un mese una legge che regoli la vita dei partiti e i finanziamenti in modo trasparente». Forse già martedì — avverte — ci sarà un incontro con il Pd per definire un testo comune (molti i disegni di legge già presentati in questa legislatura, ndr) sulla scia di quanto annunciato da Bersani e Casini. Si cerca la sponda del Pdl («ci sono stati contatti con Alfano», assicura Lusetti) dove però non par vero di puntare il dito contro il centrosinistra: «Non ho preclusioni a discuterne — dichiara Corsaro, vice capo dei deputati Pdl — però la responsabilità è soggettiva. Sono loro che hanno il marcio in casa e ora cercano di buttare la responsabilità sul sistema generale». Prende piede l’ipotesi di affidare alla Corte dei conti la certificazione dei bilanci. Ma, rilancia Veltroni, «i partiti dovrebbero avere meno soldi, soprattutto quei partiti che non esistono più».