Iacopo Scaramuzzi
CITTÀ DEL VATICANO, 16 febbraio 2012 - DAL CATTOLICO Celentano non se l’aspettavano. I vertici della Chiesa sono rimasti a bocca aperta di fronte alla predica del Molleggiato. Il cantante se l’è presa con i preti che «non parlano mai di paradiso», poi ha attaccato ‘Avvenire’ e ‘Famiglia cristiana’, giornali «inutili» e «ipocriti» che non si occupano di Dio e criticano don Gallo, il prete scomodo di Genova. Certo, Celentano non è nuovo a uscite provocatorie. E nel mondo ecclesiale non è mancato chi ha ritenuto che entrare nella polemica era solo un modo per fargli pubblicità. Per tutto il giorno, allora, è spiccato il silenzio del Vaticano. Celentano, oltretutto, non è un mangiapreti, anzi. Molti anni fa il direttore di ‘Avvenire’, Dino Boffo, lo aveva addirittura chiamato a fare l’editorialista. L’attacco a Sanremo, però, è stato frontale. E — sale sulla ferita — è stato accolto da un boato di applausi del teatro Ariston. Oltretutto è avvenuto in una Rai guidata da una sicura amica del mondo ecclesiale come la direttrice generale Lorenza Lei. Per vertici ecclesiali che si sentono già sotto attacco — pedofilia, scandali finanziari, nodo Ici – è stato troppo. E giù proteste.
Il direttore di ‘Avvenire’, Marco Tarquinio, ha usato l’arma dell’ironia: «Bello spettacolo», ha scritto, ricordando a Celentano che il suo giornale si occupa quotidianamente di uomini di Dio.

‘FAMIGLIA cristiana’ ha sfidato il Molleggiato: «Vuole parlare di fede? Venga pure da noi». Nel merito, entrambe le testate hanno ribadito la critica che avevano indirizzato a Celentano giorni fa (e che è presumibilmente il motivo del suo contrattacco): in tempi di crisi economica, un cachet astronomico di 350mila euro non va, anche se dato in beneficenza. L’agenzia stampa dei vescovi, Sir, si è spinta più in là: «Il giorno dopo c’è, forse, da attendersi che a parole insensate, cioè impensate, seguano parole pensate e di scusa».
Con ‘Avvenire’ e ‘Famiglia cristiana’ solidarizzano molti esponenti del mondo cattolico, da Civiltà cattolica, all’Opus dei, al ministro Andrea Riccardi, che liquida la «effimera polemica televisiva» ricordando che «in un Paese dove vige la libertà di espressione, a decidere del destino di un giornale sono i lettori. E ‘Avvenire’ e ‘Famiglia cristiana’ sono testate molto seguite».

LA TELEVISIONE della Cei Tv2000, ora diretta da Boffo, va all’attacco: «Celentano ha usato il servizio pubblico per delle farneticazioni». Bonariamente ironici i frati di Assisi: «Con San Francesco diciamo al fratello Adriano: Il Signore ti dia pace».
Anche dopo le scuse della Rai, in casa cattolica resta il malumore. «Il problema non è Celentano, è la Rai», attacca l’Aiart, associazione dei telespettatori cattolici.