ROMA
UNA MORTE
sospetta al mese, negli ultimi due anni, nell’ambito della medicina d’urgenza. Errori diagnostici ma anche ambulanze senza benzina o senza sistemi salvavita; posti letto introvabili e attese fatali. I dati raccolti dalla Commissione parlamentare d’inchiesta contano 25 vittime in quasi 3 anni. Non ci sono solo malati gravissimi costretti per giorni nelle astanterie degli ospedali, c’è da rivedere tutta la medicina d’urgenza. I medici si rivolgono al premier Monti con un appello e intanto all’Umberto I arrivano i primi provvedimenti con la sospensione per 90 giorni dei responsabili del Dea, mentre gli ispettori inviati lunedì dal ministero hanno rilevato 12 «elementi critici» nella vicenda della donna inferma legata alla barella, come il ritardo nella nutrizione e la mancanza di richiesta di posto letto per il trasferimento della paziente in una struttura idonea. E nel giorno in cui il senatore Ignazio Marino trasforma in denuncia alla magistratura i risultati del blitz compiuto all’Umberto I insieme con il collega parlamentare Domenico Gramazio, l’associazione Codici divulga un’altra notizia choc: una anziana signora affetta da una malattia infettiva rimasta tre giorni nella «piazzetta» del Policlinico. La dirigenza dell’ospedale, però, smentisce. Come smentisce che la donna parcheggiata quattro giorni in barella, mani e piedi legati, fosse in coma. I problemi ci sono e sono stati denunciati dai sindacati dei medici e dall’Ordine: problemi che si legano soprattutto ai tagli di posti letto e ai piani di rientro delle Regioni in rosso, tra le quali anche il Lazio.

LA VICENDA

della donna legata e senza cibo da quattro giorni, ora in Neurologia, è andata a gonfiare il fascicolo di indagine della Procura sui disservizi dei pronto soccorso romani. Il ministro Balduzzi ha annunciato che ci saranno nuovi blitz dei carabinieri dei Nas, ma solo laddove vengano individuate criticità. Lo stesso ministro ha dato atto che complessivamente la sanità italiana è buona «anche nei pronto soccorso» e sul caso di Roma ha parlato di «appropriatezza delle cure» ma anche di «disorganizzazione intollerabile».
Se esistono responsabilità specifiche sarà chiarito dalle indagini. La presidente della Regione, Renata Polverini, ha convocato i direttori generali delle Asl dove insistono ospedali attrezzati con il pronto soccorso. Alla fine della riunione i primi provvedimenti: sospesi per 90 giorni i responsabili del Dea del Policlinico Umberto I: Claudio Modini e Giuliano Bertazzoni. Appena appresa la decisione, Claudio Modini ha commentato: «È un’ingiustizia». Il clima nei pronto soccorsi romani resta comunque teso, tant’è che si è appreso che negli ultimi dieci giorni quattro infermieri dell’Umberto I erano stati aggrediti da parenti dei pazienti, inferociti per le inefficienze. A questo punto il progetto è quello di creare una rete sul territorio capace di alleggerire i pronto soccorso anche con l’ausilio dei medici di base operativi non più 5 giorni su 7, ma 7 su 7, e la creazione di poliambulatori attivi 24 ore su 24.
Silvia Mastrantonio