Andrea Zanchi
BOLOGNA, 28 febbraio 2012 - «RAGIONARE sulla promozione turistica a livello regionale non basta più. Forse aver dato tutte le competenze alle Regioni è stato un errore». Piero Gnudi, ministro con deleghe a Turismo, Sport e Affari Regionali, ha le idee chiare: per rilanciare il settore delle vacanze bisogna puntare sul ‘prodotto Italia’, senza sprecare risorse ed energie in inutili localismi.

Alcune Regioni, però, non hanno certo utilizzato male le loro competenze.
«È vero, ma dobbiamo iniziare a ragionare in un’ottica diversa. Prendiamo la Cina, per esempio: i turisti di quel paese non pensano di fare un viaggio in Italia o in Francia, ma in Europa. Per questo credo che il discorso andrebbe allargato: oltre a una promozione dell’Italia ne servirebbe una per tutto il Continente, fatta dall’Unione europea».

Crolli come quelli di Pompei non penalizzano ulteriormente l’immagine del nostro Paese?
«Certo, anche perché se l’Italia è riuscita negli ultimi due anni a recuperare terreno è stato proprio grazie al turismo internazionale, che viene qui per la grande offerta culturale di cui disponiamo».

Con le Regioni cosa si può fare per migliorare la situazione?
«Abbiamo creato un tavolo con loro, per avere un più stretto coordinamento».

Solo organizzativo o anche finanziario?
«Le risorse per il turismo sono in mano alle Regioni: se vogliamo fare una forte promozione dell’Italia ognuna dovrà dare il proprio contributo economico».

A proposito di marketing: quanto peso avrà Internet nella promozione turistica? E quando il sito ‘Turismo Italia’ sarà davvero efficace?
«Stiamo lavorando per modificare e migliorare il portale del turismo nazionale. Ma soprattutto puntiamo a cambiare la mentalità e l’atteggiamento di operatori e cittadini: ci si deve rendere conto che se un turista riceve un’impressione negativa dal nostro Paese, questa, tramite Internet, viene conosciuta da tutti. I turisti devono essere considerati una risorsa».

La rinuncia alle Olimpiadi 2020 non è stata un’occasione persa?
«Come ministro di Sport e Turismo dico di sì, ma la questione deve essere valutata in un’ottica più ampia. Un contesto di sacrifici e di tagli alla spesa non era adatto al lancio di un simile progetto».

Capitolo spiagge: l’Ue ha chiuso la procedura d’infrazione contro l’Italia. Il Governo chiederà una deroga alla Bolkestein?
«Questo non è possibile, ma ci impegneremo a regolare le concessioni demaniali secondo i principi di trasparenza e apertura al mercato, ma cercando di salvaguardare l’industria balneare, che è uno degli assi portanti del nostro turismo».

 

di Andrea Zanchi