ROMA
MARETTA
in commissione alla Camera sulla bozza di parere presentata dai relatori al decreto sul tetto agli stipendi dei manager. Dissensi ha provocato l’indicazione della non applicabilità immediata del tetto. E così, nel pomeriggio, Pd e Pdl hanno concordato su alcune modifiche al testo dei relatori. Il nuovo parere dirà sì all’entrata in vigore subito del tetto. E chiederà di estenderlo a tutti i dipendenti pubblici, dando indicazione alle Regioni di fare altrettanto.

GIANCLAUDIO

Bressa (Pd) e Renato Brunetta (Pdl) sono stati protagonisti nel pomeriggio di un gran lavorio per arrivare a una bozza di parere condiviso al decreto sul tetto agli stipendi nella P.a., che superasse alcuni punti critici di quello presentato in mattinata dai relatori. E’ dunque probabile che oggi in commissione il testo presentato ieri venga modificato e si voti la nuova bozza. In particolare, si ‘sposerà’ la linea del governo sull’applicabilità immediata del tetto retributivo, al contrario di quanto affermato dal parere dei relatori. «Ribadiremo — anticipa Brunetta — che il tetto si applica da subito a tutti ed è onnicomprensivo», dunque impone un taglio di tutti gli stipendi ‘cumulati’ da un singolo manager sotto la soglia di 294 mila euro. Inoltre, spiega l’ex ministro, pur esprimendo «parere favorevole» al dpcm del governo, verranno «individuate alcune aree problematiche». E si chiederà di intervenire subito, con un emendamento inserito nel decreto sulle Semplificazioni, per introdurre le relative modifiche.

NELLO SPECIFICO:

«chiederemo che si invitino le Regioni a conformarsi alla normativa che riguarda le amministrazioni centrali dello Stato e che il tetto sia esteso a tutte le amministrazioni pubbliche, incluse le Autorità indipendenti e gli enti non economici». Nel parere si sottolineerà inoltre che è nelle facoltà del governo introdurre eventuali deroghe. «Ma non ci vengano a dire — afferma Bressa — che non ci sono i criteri direttivi» per introdurle: «c’erano già nell’articolo 3 comma 44 della l.244/2007, la finanziaria di Prodi».