Mario Consani
MILANO
«SONO MALATO

, ma voglio curarmi anche con la castrazione chimica». Lo ha messo a verbale Gianluca Mascherpa, l’allenatore di pallavolo arrestato venerdì scorso per pedofilia. Comparso davanti al gip Donatella Banci Buonamici per l’interrogatorio di garanzia, il 49enne diplomato Isef ha ammesso tutte le accuse contestate dal pm Giovanni Polizzi: adescava minorenni tra gli 11 e i 15 anni sul web, spacciandosi sempre per un 16enne con tanto di foto finta diffusa sui profili di diversi social network. Quindi induceva le ragazzine a spogliarsi e toccarsi davanti a lui, oppure si filmava in diretta mentre lo faceva lui stesso, inquadrando solo le parti intime per non rivelare la propria età.

È STATO

incastrato dalle intercettazioni telefoniche, perché mentre chattava, contattava le sue vittime anche al telefono. E dunque dovrà rispondere di induzione a esibizioni pornografiche di minorenni, diversi episodi di violenza sessuale commessi online, corruzione di minorenne e violazione di misura accessoria, vale a dire il divieto di frequentare minori che gli era già stato inflitto.
Perché Mascherpa, leccese che vive a Milano con la mamma, è già stato condannato in passato a Firenze e a Genova per abusi sessuali su minorenni commessi al telefono e non poteva fare l’istruttore di pallavolo.
«Non ho pensato di violare la misura interdittiva», ha detto al gip, sostenendo di non aver mai abusato delle allieve della squadra under 14 anni che allenava e che ora saranno sentite in merito dal pm. «Ho sempre rifiutato incontri di persona — ha spiegato — è nel virtuale che purtroppo scatta in me un meccanismo di eccitazione».
Mascherpa ha parlato della sua eccitazione per le minorenni con cui chatta come di una malattia per la quale è già in cura. Per questo ha chiesto al gip Banci Buonamici di essere trasferito da San Vittore al carcere di Bollate, dove lavora il professore che già lo segue, Paolo Giulini.

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se di castrazione chimica (del resto non prevista dal nostro codice) non aveva mai parlato, in occasione dei precedenti arresti, tuttavia, l’uomo aveva riconosciuto il proprio vizio. «Lo so, sono una persona malata — dichiarò davanti ai giudici fiorentini nel 2008 —, ma avevo chiesto aiuto e nessuno me l’ha dato».

SULLO SFONDO

resta comunque da chiarire il meccanismo in base al quale, nonostante i precedenti penali e lo specifico divieto di aver a che fare con i minori, Mascherpa abbia potuto comunque continuare a qualificarsi presso tre società sportive dell’hinterland milanese come istruttore di pallavolo con tanto di tesserino.