dall’inviato


Gabriele Moroni
SAREGO (Vicenza)
UN LUNGO

viale ombreggiato da cipressi. È mezzogiorno di un 17 marzo, anno 151 dell’Unità nazionale, quando Flavio Tosi varca l’ingresso della villa La Favorita, gioiello settecentesco immerso nelle campagne di Sarego che ospita la terza riunione del Parlamento della Padania. Esce un quarto d’ora dopo con Roberto Calderoli. Entrambi sorridenti. La mano del coordinatore delle segreterie del Carroccio sulla spalle del sindaco di Verona. Sulla infinita scalinata del palazzo i fotografi riprendono Calderoli, Tosi, Roberto Maroni, il capogruppo alla Camera Gianpaolo Dozzo, il trevigiano indicato come il mediatore dell’‘affaire’ Tosi.
«Posso comunicare — spiega Calderoli, presidente dell’assise — che abbiamo avuto un incontro con il sindaco Tosi e abbiamo raggiunto l’intesa sulle modalità della sua candidatura. Nella giornata di venerdì verranno presentati tutti i simboli che sosterranno la lista che porterà a fare il sindaco, per la seconda volta, a Flavio Tosi perché sono convinto che riuscirà a superare più del 60 per cento in prima battuta».

CHI


l’ha spuntata fra il patriarca Bossi (nella foto Newpress a sinistra insieme a Cota), tetragono nel proibire una lista con il nome, e il borgomastro veronese? Entrambi. «È — dice il vecchio nocchiero — una vittoria della Lega. Gli altri si avvantaggiano se noi litighiamo». Ma Tosi ha vinto e rilancia. «Se sono sorridente — dice salendo in auto — vuol dire che sono soddisfatto». Alla domanda su una lista che si identificherà con la sua persona la risposta è un prudente ma trasparente: «Ci saranno alcune liste civiche». Tosi avrà la sua lista civica, a lui riferita attraverso modalità (o escamotage) che si sapranno solo venerdì quando il sindaco veronese sarà in via Bellerio dove troverà ad attenderlo Bossi e Calderoli.
Tosi vola alto, si mostra sicuro. Spiega la differenza della situazione nella sua città da quella di Conegliano, dove Carroccio e Pdl correranno insieme: «A Verona il Pdl ha il suo simbolo e la sua lista in concorrenza a noi». Aggiunge, senza nascondere la felicità: «Fermo restando che molti esponenti del Pdl di Verona non correrranno sotto il simbolo del Pdl, ma con il sottoscritto, perché abbiamo amministrato bene e perché forse la dirigenza del Popolo della Libertà qualche errore l’ha fatto». È di pochi giorni fa l’uscita dalla casa berlusconiana del capogruppo in consiglio comunale Pieralfonso Fratta Pasini che ha annunciato il sostegno a Tosi.

SULLO


sfondo, il congresso federale veneto e il prevedibile confronto fra il maroniano Tosi e il suo diretto antagonista (e bacchettarore in queste settimane), il sindaco di Treviso Gianpaolo Gobbo. Elezioni. Una riedizione dell’alleanza con il Cavaliere è esclusa. «Per adesso — dice Bossi — non vedo la necessità. Siamo su due fronti diversi: lui va avanti con Monti, noi andiamo avanti da soli». «Andremo da soli — incalza Calderoli — e penso che andremo bene, quindi il problema non si pone».