Olivia Posani
ROMA
DI NUOVO.

Da domani la bolletta della luce aumenterà del 5,8%, quella del gas dell’1,8%. L’aggravio annuo del doppio incremento sarà mediamente di 49 euro (rispettivamente +27 e +22 euro). Si andranno ad aggiungere ai 54 che già paghiamo per gli aumenti scattati lo scorso primo gennaio. Non solo, prima che l’Authority per l’energia proceda con il nuovo aggiornamento trimestrale delle tariffe (primo luglio) nelle tasche dei consumatori si scaricherà un ulteriore aumento dell’elettricità del 4% portando l’aggravio a circa il 10% in soli tre mesi. L’aumento di domani calcola tutti i costi tranne la componente di incentivazione per le fonti rinnovabili (componente A3) che, appunto, verrà rinviata al prossimo mese.

A SPIEGARE

il perchè del rinvio è lo stesso presidente dell’Autorità, Guido Bortoni: «Sentiamo l’esigenza di dare un segnale chiaro e concreto. Il tempo di un mese potrà servire ai decisori delle politiche energetiche sulle scelte da fare sulle rinnovabili. Ai cittadini e alle imprese — sottolinea poi Bortoni — si sta già chiedendo uno sforzo titanico, vista la congiuntura economica». Non è la prima volta che il Garante interviene sulla materia. Aveva già lanciato l’allarme lo scorso anno prima che il governo Berlusconi rinnovasse gli incentivi. Il bonus per il fotovoltaico quest’anno dovrebbe pesare per 10,5 miliardi, con una spesa diretta di oltre 70 euro a famiglia, più i costi indiretti.
Per il momento, spiega Bortoni, non si possono rimuovere gli incentivi dalla bolletta per alleggerirla (gli incentivi rappresentano circa il 16% della spesa finale). «Abbiamno sempre detto — ricorda — che è corretto mantenere questo onere nella bolletta del consumatore in base al principio che chi più inquina, più paga». E allora come fare ad alleggerire la bollettà? «Come abbiamo più volte segnalato al Parlamento, occorrono le condizioni per reinserire la programmazione degli incentivi in un percorso di coerenza generale a tutela sia dei consumatori che dei soggetti attivi nella green economy».
«Riceviamo segnali allarmanti dal mondo delle aziende», sottolinea il sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincenti. «Le imprese — ricorda — chiudono e se ne vanno non solo a causa della crisi e della recessione ma anche perché l’energia costa troppo. Compito del governo è evitare che questo accada. È necessario risolvere il nodo delle procedure e dei tempi degli iter autorizzativi nelle infrastrutture».

GLI AUMENTI



delle tariffe, dice Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni economiche del Pd alla Camera, «sono insopportabili, il governo deve intervenire con una vera e propria operazione trasparenza. Noi chiediamo, cioè, che il ministro dello Sviluppo si impegni ad una revisione delle voci che compongono le bollette togliendo tutte quelle che non riguardano direttamente i consumi di famiglie e imprese». I consumatori, sottolinea il presidente dell’Adoc, Carlo Pileri, «pagheranno 103 euro in più a fine anno per gas ed energia elettrica. È urgente abbassare le accise, i cittadini vogliono tornare a vivere in un Paese normale. Invitiamo inoltre il Governo e l’Authority a concentrarsi su un nuovo piano energia, basato maggiormente sulle fonti rinnovabili, affinché il nostro Paese diventi sempre meno dipendente dal petrolio».