di Andrea Cangini

ROMA17 aprile 2012 - QUESTA non è un’intervista. «Beppe oggi non ne dà, deve preparare un comizio», è stata la premessa dello staff. Ed era vero. Raggiunto fortunosamente al telefono,{{WIKILINK}} Beppe Grillo {{/WIKILINK}}si lascia apparentemente convincere, inizia a parlare e non si ferma più. In effetti, è un comizio. Con le domande del cronista che galleggiano come boe su un fiume di parole in piena.

Allora, Grillo, persino Vendola si è unito al coro che l’accusa di qualunquismo. Sorpreso?
«Ma no, ma cosa vuoi sorprenderti: ne fanno una questione personale e non capiscono che c’è un vento che li spazzerà via...».

Spazzerà via tutti tranne lei?
«Io sto surfando l’onda, sto accelerando: movimenti come il nostro ci sono in tutt’Europa. I politici ormai sono polvere, sono vecchi, stanno lì da trent’anni... Devono solo andarsene con una lettera di scuse, magari passando per un tribunale del perdono come quello che c’era in Sudafrica».

Che differenza c’è tra voi e l’Idv di Di Pietro?
«Di Pietro è una brava persona, ma ormai fa parte del sistema e il sistema corrompe tutti. Dopo un po’, dici una cosa, ne pensi un’altra e ne fai una terza...».

Crede che il sistema corrompa tutti tranne voi?
«Noi non siamo ‘noi’: sono cittadini che decidono di farsi istituzioni, fanno i bilanci partecipativi, chiedono dove vanno le tasse... Ora dicono che io non voglio pagarle, ma è falso!».

Se lei dice che l’evasione non è un problema e che tanto il gettito fiscale viene speso male, liscia il pelo agli evasori, no?
«No, ma perché le tasse devo pagarle due volte. Già sono alte, ma se sto male e non posso aspettare un anno e mezzo devo andare dal medico a pagamento, i mezzi pubblici non funzionano... che senso ha? Noi vogliamo la democrazia partecipativa dei cittadini, non di Grillo o dei grillini».

Credete davvero di poter sostituire la classe politica?
«No, ma sono sicuro che con questi qui non si va da nessuna parte. Nella Rete c’è tutto, si discute, ci sono le risposte, si confrontano ingegneri da tutto il mondo...».

In Rete c’è tutto e il contrario di tutto, occorre scegliere e servono dunque criteri politici...
«E’ vero, c’è tutto. Ma è più difficile sostenere una menzogna. Se lei oggi scrive una cazzata un’ora dopo sulla Rete la sputtanano...».

Grillo, se alle Politiche i sondaggi dovessero essere confermati: cosa farete di tutti quei voti?
«Non lo so, vedremo. Ne parleremo in Rete. Per ora ci lasci godere di questo splendido momento: alle amministrative abbiamo 104 liste fatte da ragazzi meravigliosi... C’è una parte d’Italia che vuole impegnarsi e, cosa incredibile, vuole lavorare».

Non crede che il suo movimento sia più utile alla politica locale che a quella nazionale?
«Può darsi, non lo so. Dobbiamo ancora confrontarci con i grandi temi...».

Cosa avrebbe fatto al posto di Monti per «salvare» l’Italia?
«Avrei attuato le tre proposte del D-Day: via i condannati dal parlamento, non più di due legislature a testa e nuova legge elettorale».

Grillo, stavamo parlando del rischio Grecia...
«Beh, allora toglierei le tasse alle piccole imprese e alzerei i salari».

Con quali soldi?
«Facile: con i miliardi della Tav, dei rimborsi elettorali, dei giornali, delle province, degli F35... Continuo? Anzi no, la lascio: devo andare a prepararmi».