Roma, 18 aprile 2012 - CHE NON FOSSEun vertice di facile era nelle cose (tant’è che si è chiuso all’una di notte), poi a metà giornata è arrivato il carico da undici: la commissione Finanze di Montecitorio ha approvato un emendamento proposto dal governo con il quale di fatto si annulla il meccanismo del beauty contest per le assegnazioni delle frequenze tv, ponendo dei limiti che impedirebbero a Rai e Mediaset di prendere parte alla gara.
Il Pdl è andato su tutte le furie, perché ha letto nell’iniziativa dell’esecutivo «qualcosa di più di una leggerezza», come ha detto l’ex ministro dello Sviluppo Paolo Romani, ed è chiaro che all’inizio della cena di lavoro tra Monti e ABC il clima tra il premier e i partiti (ma anche fra i tre segretari dei partiti che sostengono il governo) era ancora più difficile di quello che si preannunciava alla vigilia, con le questioni fisco, lavoro, crescita già di per se molto delicate. Il Pdl ha intravisto nell’emendamento dell’esecutivo un cedimento marcato a quanto voluto dal Pd, che da tempo aveva chiesto «chiarezza» su questo argomento, dove per «chiarezza» si intendeva un azzeramento della procedura (il beauty contest, appunto) che di fatto cedeva la frequenze a Rai e Mediaset e senza una vera e propria asta.

UNO scoglio bello e buono (a metà giornata Paolo Romani, l’uomo di Berlusconi a seguire le faccende radiotelevisive, era andato su tutte le furie con Passera: «Non è il testo concordato») che ha animato le sei ore di discussione tra ABC e il governo, ma che alla fine non ha impedito di raggiungere un’intesa per lo meno sui punti qualificanti del programma sulla crescita che il ministro Passera ha presentato: la revisione degli incentivi, l’intesa con le banche per il recupero dei crediti delle amministrazioni, e più in generale un piano la cui formulazione completa è ancora in progress e che verrà presentato oggi in cdm.

ABC hanno ascoltato Passera e alla fine hanno deciso di fare buon viso a cattivo gioco, decidendo anche un più assiduo collegamento tra i gruppi parlamentari che sostengono il governo. Passera è apparso abbastanza soddisfatto, tanto che all’una di notte un comunicato di palazzo Chigi spiegava come era stata «raggiunta l’intesa sulla crescita». Da più parti si è anche chiesto un allentamento del patto di stabilità, ma Monti è stato irremovibile. Oggi ne sapremo di più. O forse domani, quando Monti a pranzo vedrà Berlusconi.

CHE quello di ieri notte potesse essere un vertice difficile il presidente del Consiglio l’aveva già capito in mattinata, quando dopo aver incontrato il premier finlandese aveva messo le mani avanti: «Le tensioni delle ultime settimane mostrano che non dobbiamo abbassare la guardia. Il tallone d’Achille dell’Europa è la crescita», aveva mandato a dire ai partiti. Ed è stata proprio la crescita il tema conduttore della cena di ieri sera: come dare una svolta all’economia? Sia che si parli di Lavoro, fisco, giustizia i temi in tavola ieri sera — escluso per evitare altri contrasti il tema frequenze tv. Tra tutti, il nodo del lavoro è quello per cui la soluzione pare più vicina, e per la quale il premier ha chiesto ai partiti uno sforzo. «Nei tempi più brevi», ha aggiunto.
 

 

di Pierfrancesco De Robertis