di Antonella Coppari

ROMA, 20 aprile 2012 - I PARTITI cominciano le grandi danze della ricomposizione. Non è la riforma auspicata da Monti ma per riacchiappare consensi in vista delle elezioni che molti prevedono ad ottobre si aprono nuovi cantieri. C’è Casini che accelera la costruzione del grande polo dei moderati portandosi dietro, con qualche maldipancia, Fini e Rutelli. C’è Berlusconi che pranza con Montezemolo: piatto forte lo sfondamento al centro. E c’è Pisanu che, con Dini e altri 27 senatori, sottoscrive un documento per caldeggiare uno scenario che «guardi oltre il Pdl», verso un movimento che ricomponga la frattura tra i tre leader. È possibile che tanto movimentismo sia frutto pure del summit di martedì andato male: certo è che ieri una delegazione di Fli si è recata da Monti per dirgli che non si sente rappresentata da Casini. Bocchino & co. non l’hanno messa così brutalmente: hanno invitato il premier a non farsi «imbrigliare» nei vertici notturni. «Li farò di giorno», la replica. Ma l’appello tradisce il desiderio di un coinvolgimento maggiore di Fini. A far da zavorra, il ruolo istituzionale da lui ricoperto, tanto che alcuni amici gli consigliano di dimettersi dalla presidenza della Camera. Non ora, la replica: attende che sia chiaro quando finirà la legislatura. Restano immobili anche i ministri — oltre al premier — per non far saltare subito il governo: ma gira voce di una colazione giorni fa di Passera con Casini. Grandi perplessità nel Pd e nel Pdl ha suscitato l’evocazione in tv da parte di quest’ultimo di un ingresso nel contenitore moderato di ‘montiani’. Si mette la sordina alla «politicizzazione» ma molti scommettono che lì approderanno Riccardi, Grilli, Severino, Ornaghi, Improta forse Giarda

PER ARBITRARE Il dopo-Monti, il leader Udc accelera: oggi scioglierà il partito dalle cui ceneri nascerà la nuova formazione moderata. Fini e Rutelli piantano paletti: di qui la riunione nello studio del presidente della Camera, ufficialmente per studiare i tempi dell’operazione, ufficiosamente per rimproverare l’alleato per gli atteggiamenti da primadonna. «Non dovevi fare l’annuncio in tivù da solo». Le rassicurazioni sulla volontà di procedere assieme hanno convinto in parte: resta il sospetto che Casini lavori per sè. Tant’è: a giugno si farà la costituente a Todi e a settembre il congresso. Ma Fli non si scioglierà nel nuovo Polo che, sottolinea Rutelli, «non si chiamerà Partito della nazione» come battezzato dal leader centrista. Alla ricerca di un nome e di un simbolo ma l’opa sul Pdl è lanciata. Lo sa Berlusconi che tre settimane fa ha invitato Montezemolo a pranzo con Letta ed Alfano. Dal Milan alla Ferrari si è parlato di tutto: anche di politica. Gli intimi del Cavaliere sono convinti che andrà con loro. Giurano pure che Pisanu non tradirà: «Ha comunicato l’iniziativa a Berlusconi che gli ha dato il via libera». Ma i casiniani assicurano che l’ex ministro si muove in sintonia con il terzo Polo, sottolineando come tutto ciò delegittimi Alfano.