MILANO
ARRIVA luomo della contabilità, quella vera e quella nera. È il giorno di Francesco Belsito. Tesoriere oscuro della Lega Nord, orchestratore di tutti i guai, o anello di un ingranaggio oliato? Si attendono rivelazioni. Lex amministratore delle camicie verdi oggi si presenta spontaneamente al procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e ai suoi sostituti Roberto Pellicano e Paolo Filippini. Per parlare di «contabilità»: a questo puntano gli inquirenti che indagano sulle distrazioni di denaro dai conti del Carroccio, alimentati dal denaro dello Stato.
BELSITO, tesoriere della Lega a partire dal 2010 e dopo la morte dellamministratore Maurizio Balocchi, è accusato a Milano di truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita. Mentre le Procure di Napoli e Reggio Calabria hanno su di lui indagini per riciclaggio: in particolare, la magistratura calabrese coordina un filone che ipotizza Belsito in affari con esponenti della ndrangheta. Oggi è il primo incontro dellindagato, espulso con disonore dalla file del Carroccio, con i magistrati. «Belsito dichiara Francesco Scovazzi, uno dei suoi legali con Alessandro Vaccari vuol dare una corretta immagine di sé. È stato dipinto come un demonio, ma si potrà mai pensare che lui sia lorchestratore di tutti i guai della Lega?». Se eseguiva ordini, Belsito, o fosse un mariuolo che agiva in piena autonomia: dalla risoluzione di questo nodo dipende se stringere o allargare il cerchio delle indagini persino a gestioni precedenti alla sua. Di certo gli si chiederà dei conti. E dei diamanti e lingotti, investimento di 300 mila euro «per conto della Lega», di cui lui si dice solo «custode» e che ha fatto recapitare in via Bellerio a scandalo esploso. Così come gli si chiederà dei misteriosi investimenti, che farebbero annusare odore di fondi neri, in Tanzania e Cipro per quasi 6 milioni di euro. E poi sulla disinvoltura con cui dispensava (cartella The family con sottocartella Umberto) il denaro del partito per pagare le necessità personali della famiglia Bossi e del cerchio magico. Quindi cè il capitolo presunti dossier costruiti su Bobo Maroni e altri, di cui nessuna Procura sa nulla, e di cui solo lui sa.
Marinella Rossi
ARRIVA luomo della contabilità, quella vera e quella nera. È il giorno di Francesco Belsito. Tesoriere oscuro della Lega Nord, orchestratore di tutti i guai, o anello di un ingranaggio oliato? Si attendono rivelazioni. Lex amministratore delle camicie verdi oggi si presenta spontaneamente al procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e ai suoi sostituti Roberto Pellicano e Paolo Filippini. Per parlare di «contabilità»: a questo puntano gli inquirenti che indagano sulle distrazioni di denaro dai conti del Carroccio, alimentati dal denaro dello Stato.
BELSITO, tesoriere della Lega a partire dal 2010 e dopo la morte dellamministratore Maurizio Balocchi, è accusato a Milano di truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita. Mentre le Procure di Napoli e Reggio Calabria hanno su di lui indagini per riciclaggio: in particolare, la magistratura calabrese coordina un filone che ipotizza Belsito in affari con esponenti della ndrangheta. Oggi è il primo incontro dellindagato, espulso con disonore dalla file del Carroccio, con i magistrati. «Belsito dichiara Francesco Scovazzi, uno dei suoi legali con Alessandro Vaccari vuol dare una corretta immagine di sé. È stato dipinto come un demonio, ma si potrà mai pensare che lui sia lorchestratore di tutti i guai della Lega?». Se eseguiva ordini, Belsito, o fosse un mariuolo che agiva in piena autonomia: dalla risoluzione di questo nodo dipende se stringere o allargare il cerchio delle indagini persino a gestioni precedenti alla sua. Di certo gli si chiederà dei conti. E dei diamanti e lingotti, investimento di 300 mila euro «per conto della Lega», di cui lui si dice solo «custode» e che ha fatto recapitare in via Bellerio a scandalo esploso. Così come gli si chiederà dei misteriosi investimenti, che farebbero annusare odore di fondi neri, in Tanzania e Cipro per quasi 6 milioni di euro. E poi sulla disinvoltura con cui dispensava (cartella The family con sottocartella Umberto) il denaro del partito per pagare le necessità personali della famiglia Bossi e del cerchio magico. Quindi cè il capitolo presunti dossier costruiti su Bobo Maroni e altri, di cui nessuna Procura sa nulla, e di cui solo lui sa.
Marinella Rossi
© Riproduzione riservata