Giovanni Serafini
PARIGI
A 83 ANNI

segue tutto, controlla tutto, partecipa alle assemblee, fa pesare il suo parere. Cambiare il nome del partito? «Non se ne parla nemmeno». Modificare il looking del ‘Front National’ in vista delle prossime legislative, farne l’incarnazione di una nuova destra? «Sciocchezze. Si cambia quando si perde, non quando si vince». Grintoso come sempre, tagliente, sicuro di sé, Jean-Marie Le Pen resta attivissimo sulla scena anche se ha ceduto lo scettro a sua figlia Marine.
«Visto che successo? Se lo merita, anzi meritava di più. È una leonessa. Con mezzi di gran lunga inferiori a quelli dei suoi avversari, Marine ha fatto una campagna strepitosa. Sono fiero di lei».
Monsieur Le Pen, a chi andranno al secondo turno i vostri voti?
«Bella domanda. Fanno gola a tutti sei milioni e mezzo di voti, eh? Beh, ci sono molte chances che i nostri elettori rifiutino di aiutare sia Sarkozy, responsabile di 5 anni di fallimenti, che Hollande, un leader che per noi più ripulsivo non si può».
I sondaggi calcolano che il 60 per cento dei lepenisti voteranno Sarkò.
«I sondaggi... ma lasciamo perdere, non ne azzeccano mai una, il trionfo di Marine non lo avevano mica previsto!».
Uno dei vostri dirigenti ha detto che sarebbe meglio far vincere Hollande: così si spacca l’Europa e ottenete il risultato voluto.
«Figuriamoci: ripeto, noi non vogliamo far vincere nessuno».
Chi è allora il vostro principale nemico, il candidato che detestate di più?
«Per noi uno vale l’altro, non c’è differenza. Fanno tutti e due la stessa politica sull’immigrazione, sono degli euromondialisti, parlano in un modo e agiscono in un altro, e adesso partono entrambi a caccia dei nostri voti. Patetici».
Non trova che Sarkozy sia più vicino a voi?
« Non trovo no. Ha imposto l’Europa ai Francesi che l’avevano rifiutata con un referendum, si è accodato alla Merkel, ha fatto una politica d’immigrazione e di naturalizzazione massiccia, ha ridotto il Paese alla rovina, con un debito terrificante. Certo non posso escludere che l’altro, Hollande, avrebbe potuto fare anche peggio al suo posto».
Che cosa vede all’orizzonte? Pensa che il suo partito potrà un giorno governare?
«Non ‘un giorno’: presto, fra qualche anno, dieci anni al massimo. La gente non ne può più di essere presa in giro, vuole cambiare, vuole giustizia, vuole dei leader che restituiscano al Paese sovranità e indipendenza. Non succede solo in Francia, il vento della destra soffia in tutta Europa».
Ma per andare al governo dovete fare pulizia dentro il partito, renderlo più presentabile: è a questo che si dedica sua figlia?
«Pulizia? Vada a dirlo agli altri partiti: da noi non c’è proprio niente da pulire. Marine sta semplicemente mettendo ko gli avversari che tentano ancora di demonizzare il Fn: e devo dire che anche in questo è bravissima».
Non pensa che ci sia bisogno di una destra francese moderna? In Italia questa evoluzione c’è stata.
«Allude a Gianfranco Fini, il traditore? No grazie, non fa per noi. Oltretutto, bel successo che ha avuto! Noi non abbiamo niente da cambiare: la nostra linea è quella, e non è in vendita».