MILANO
FRANCESCO BELSITO
(foto Ansa), di nuovo a Milano, passa al vaglio di altro magistrato, quello della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo.
Il sostituto calabrese è venuto a Milano, in forza di una sorta di
gentleman agreement, per sentire l’indagato, ex tesoriere della lega Nord, che Reggio accusa di riciclaggio. E ciò nell’ambito di una più vasta inchiesta sul reinvestimento di beni da parte di esponenti della ’ndrangheta. Oggi gli stessi magistrati calabresi dovrebbero interrogare, sempre a Milano, Luigi Bonaventura, ex reggente dell’omonima cosca crotonese, da anni collaboratore di giustizia. Bonaventura potrebbe essere a conoscenza di elementi preziosi relativi alla cosca De Stefano e all’operazione di riciclaggio oggetto dell’inchiesta.
Belsito, venendo da Genova, aveva chiesto di essere sentito a Milano. Il sostituto procuratore ha accolto la richiesta, anche per poter incontrare, come è infatti avvenuto negli uffici della Direzione investigativa antimafia, i pm milanesi, il procuratore aggiunto Alfredo Robledo e il sostituto Roberto Pellicano. Uno scambio d’informazioni e di carte, fra le due Procure, che insieme con Napoli (anche lì per riciclaggio) hanno acceso un faro sull’ex manager, espulso con disonore dal partito.
Belsito è stato interrogato dal magistrato reggino per circa quattro ore. Un interrogatorio questo, voluto dal magistrato, che nei prossimi giorni si potrebbe trattenere ancora a Milano. Non dunque le dichiarazioni spontanee che l’indagato aveva voluto, invece, rilasciare lunedì scorso ai pm milanesi che lo accusano di appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato, per l’uso fatto dei soldi del partito a fini personali o per le spese di persone della famiglia di Umberto Bossi o a queste vicine (il cosiddetto «cerchio magico»).
Nel corso di quelle dichiarazioni, Belsito ha offerto un’immagine edulcorata dei suoi interventi: solo «nell’interesse della Lega». Tutti, dice, sapevano dei suoi investimenti «creativi» o della sua volontà di «differenziare e diversificare gli investimenti».

NESSUNA SPIEGAZIONE




data su quelle che la Procura ritiene siano state distrazioni di denaro, attraverso gli investimenti fatti a Cipro e in Tanzania, per ben sei milioni di euro. E poi oscuro resta anche il reimpiego di denaro in diamanti, che Belsito ha dichiarato di aver fatto a favore della Lega, mentre da via Bellerio è giunta secca smentita: diamanti irricevibili, tanto che la Guardia di finanza si precipita a sequestrarli, come corpo di reato.
Intanto un impiccio burocratico, blocca la verifica dei conti del Carroccio da parte della nuova tesoreria. Si tratta del mancato e formale passaggio di consegne tra l’ex e il nuovo amministratore lumbard, Stefano Stefani. Ciò, dichiarano fonti legali, sta creando alcuni problemi alla nuova tesoreria anche per l’accesso alla documentazione contabile del partito. Il blocco si sarebbe verificato perché nei giorni scorsi ci sarebbe dovuto essere un incontro tra i legali della Lega e quelli dell’ex tesoriere indagato, incontro saltato perché Belsito l’avrebbe rimandato. Marinella Rossi