di Rossella Minotti

Milano, 29 aprile 2012 - Roberto Maroni respinge con eleganza l’ennesimo invito di Angelino Alfano a entrare nell’arca dell’alleanza di centrodestra: "Ringrazio per la generosità l’amico Alfano, lo dico in senso ironico - dice da Jesolo - ma la Lega deciderà autonomamente cosa fare al congresso federale. E poi mi pare che la stragrande maggioranza, anzi la quasi totalità dei militanti, hanno condiviso la scelta di andare da soli alle amministrative e sono orientati in questa scelta anche in futuro per le prossime elezioni politiche".

E non potrebbe essere altrimenti, visto che l’ex ministro dell’Interno lancia la disobbedienza fiscale sull’Imu e invita il Governo a non ratificare il fiscal compact. Eppure è chiaro che il Carroccio sta già studiando le strategie per il futuro. Maroni infatti lancia la battaglia (che formalizzerà il primo maggio nel ‘Lega unita day’) contro la tassa sulla casa, in un convegno che si tiene nella sala più bella del Comune di Milano dove siede accanto al sindaco di centrosinistra Giuliano Pisapia. E se Matteo Salvini, che coordina l’incontro, inizia citando una frase di Giovanni Giolitti del 1899 che paragona l’eccesso di tasse a una vera e propria confisca della proprietà privata, appare chiaro che il domani della Lega Nord guidata da Maroni è tutto da scrivere. A Milano insieme alla Lega c’è anche Giorgio Squinzi, presidente designato di Confindustria, che parla di "fisco esoso e prepotente". Maroni invita i sindaci a disdire i contratti con Equitalia e incita "all’obiezione fiscale", promettendo che troverà risorse per consentire ai Comuni di non applicare l’Imu senza che "si finisca tutti in galera".

Intanto Umberto Bossi dal Veneto fa eco a Bobo, che vuol continuare a fare pulizia nel movimento. "Meglio che venga fuori tutto - dice dal palco il senatur -, la Lega non è il Psi che rubava alla gente e si faceva pagare le tangenti. La Lega non ha rubato niente, ha sprecato soldi e chi li ha sprecati li restituirà". E promette: "Non posso ritirarmi, altrimenti la gente penserebbe che altri hanno colpe. Io ho fatto la Lega, e la gente non lo dimentica. Devo garantire la continuità senza contraccolpi negativi. Troveremo la quadra".

Poi un accorato appello: "Adesso la cosa fondamentale da fare è stare uniti. No alle divisioni tra maroniani e bossiani, che fanno male. No alle lotte personali". Così solo applausi ieri per Bossi, dopo le contestazioni di venerdì. Tanto che il leader che ha fatto un importante passo indietro, tagliano la torta con scritto "Padania libera" può anche permettersi di ipotecare il futuro con la nostalgia: "La Lega, anche dopo questa batosta, è come un grande amore, si può ricominciare daccapo".