Roma , 1 maggio 2012 - SARÀ una delle feste del lavoro più tristi degli ultimi anni. E non solo per i due morti del lavoro — uno a Reggio Emilia e uno in provincia di Bergamo — registratisi ieri e per i suicidi: l’ultimo ieri, un custode di Napoli. L’Ilo, l’agenzia specializzata sul lavoro dell’Onu, infatti, ha lanciato un forte allarme sulla situazione occupazionale nel nostro Paese. In Italia, osserva l’agenzia delle Nazioni Unite, la disoccupazione ha raggiunto il 9,7% nel quarto trimestre 2011, ma «il tasso reale potrebbe essere più alto poiché ai 2,1 milioni di disoccupati si aggiungono 250mila lavoratori in cassa integrazione». A preoccupare particolarmente è la disoccupazione giovanile, salita al 32,6%, e più che raddoppiata dal 2008.

DA NOTARE anche che il 51,1% dei senza lavoro sono ‘disoccupati di lunga durata’ e che «esistono seri problemi anche sulla qualità dei posti di lavoro creati». E la risposta non è (solo) nello stringere la cinghia. «Le misure di austerità — avverte l’Ilo — rischiano di alimentare ulteriormente il ciclo di recessione e di rinviare ancora l’inizio della ripresa economica e il risanamento fiscale».
In questo quadro i sindacati Cgil, Cisl e Uil manifesteranno a Rieti sotto lo slogan «lavoro e crescita per uscire dalla crisi».
«Sarà un primo maggio di crisi, ma anche un primo maggio in cui non bisogna rinunciare al cambiamento», avverte la leader della Cgil Susanna Camusso.
«Rieti, simbolo di un declino generale, è il luogo da cui ripartire per una nuova industrializzazione», osserva il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni.
«Perché i posti di lavoro in Italia — sottolinea il leader della Uil, Luigi Angeletti — non vengono prodotti dalle regole ma da una buona economia». Come ha osservato ieri l’Ilo «il Paese deve aumentare gli investimenti per creare occupazione». Azioni delle quali non c’è che una pallida traccia nelle azioni del governo Monti.

NATURALMENTE,
i sindacati non mancheranno — da Bologna a Napoli — di organizzare oggi i vari concerti in piazza. In primis quello tradizionale di Roma, ieri al centro delle polemiche. Alemanno ha, infatti, deciso di batter cassa chiedendo ai sindacati di accolarsi le spese dell’evento. Pronta la risposta di Bonanni che propone al sindaco di «salire sul palco e di spiegarlo lui a un milione di persone. Se vuole può anche cantare in romanesco». Nella serata di ieri, il risultato: le spese saranno divise.


a. farr.