di Bruno Ruggiero

ROMA, 4 maggio 2012 - «IL PRESIDENTEAndreotti sta bene, è lucido e ha fatto anche qualche battuta parlando con i medici». Nel tardo pomeriggio è Patrizia Chilelli, dal 1992 segretaria del senatore a vita e sette volte premier, a confermare che il Divo Giulio, 93 anni, non si smentisce mai. Ricoverato dopo pranzo in terapia intensiva al Policlinico Gemelli per una crisi cardio-respiratoria, dato per morto dalla Bibbia on line Wikipedia con una gaffe da primato, il paziente si è ripreso e ha trovato perfino il modo di scherzare: «Mi han dato per morto? Speriamo continuino a sbagliare. Sono nella stanza 17, ma non sono scaramantico». «Ora sono arrivati i figli Serena e Stefano — aggiungeva la fedelissima Chilelli —. Respira senza necessità di essere intubato ed è cortesissimo come sempre». «Trattatemi come un paziente normale», avrebbe detto Andreotti a chi in queste ore si prende cura di lui, scusandosi anche per il disturbo.

«UNA BRONCHITE non ben curata», così la segretaria ha spiegato l’antefatto precisando che, nonostante i segnali incoraggianti, l’anziano ex presidente del Consiglio non sarà dimesso subito, «ma dovrà restare per un po’ sotto osservazione». «Le sue condizioni stanno migliorando: siamo relativamente sereni», commentava Marco Ravaglioli, genero del senatore. Più cauto il primo bollettino dei medici, nel ricostruire le fasi del ricovero d’urgenza. Andreotti è arrivato alle 13,30 circa in ‘codice rosso’ all’ospedale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (con una sorta di corsia preferenziale, perché secondo la procedura il nosocomio più vicino sarebbe stato il Santo Spirito). Era disidratato e con frequenza cardiaca molto elevata. «Attualmente — precisavano i sanitari del Gemelli — le sue condizioni sono severe, ma stabili, a seguito di una crisi cardiaca successiva a una infezione respiratoria: la prognosi è riservata». Alle 19, secondo bollettino medico. E l’ottimismo della volontà del senatore a vita sembrava fare breccia anche nel linguaggio dei camici bianchi: «Le condizioni cliniche permangono stabili con graduale miglioramento dei parametri cardiorespiratori». «Data l’età la prudenza è d’obbligo e per questo si è scelto di mantenere riservata la prognosi e di tenerlo in terapia intensiva — ha spiegato ancora Ravaglioli — . Accanto a lui ci sono i due figli che vivono a Roma e gli altri arriveranno». Il genero ha raccontato anche i momenti drammatici nella casa di corso Vittorio Emanuele, a due passi dal Vaticano: «Dopo pranzo ha avuto una crisi di respirazione. Non ha perso coscienza, ma si sentiva molto male, non parlava». Andreotti è stato soccorso e trasportato in ambulanza alle 13,26. Pochi minuti dopo entrava a sirene spiegate al Gemelli, sul colle di Monte Mario.