ROMA
IERI
mattina al Policlinico Gemelli c’era anche il Papa, con il presidente della Camera Fini e tre ministri del governo Monti. Ma quando l’ambulanza che trasportava Giulio Andreotti ha varcato il cancello, la cerimonia per i 50 anni della Facoltà di Medicina della Cattolica si era già conclusa. Da quel momento l’ospite vip della città-ospedale di Roma Nord è diventato il più longevo ex inquilino di Palazzo Chigi. Il presidente del Senato, Renato Schifani, seconda autorità dello Stato, nel corso di una telefonata con la segretaria particolare del senatore a vita «si è voluto sincerare sulle condizioni di salute di Andreotti inviandogli i più sinceri e cordiali auguri di una rapida e completa guarigione». Dello stesso tenore l’augurio del vice presidente dell’assemblea di Palazzo Madama, Vannino Chiti (Pd).

IL LEADER

dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, ha preferito affidare il suo messaggio augurale alle pagine di Twitter, scrivendo appena appresa la notizia del ricovero: «Andreotti sta male. Gli siamo vicini con stima e affetto. Forza Giulio!». Un commento a caldo anche dal sindaco Gianni Alemanno, perché della Città Eterna l’illustre ammalato è un testimonial. «Siamo vicini a Giulio Andreotti e alla sua famiglia — dice Alemanno — È un grande patriarca della nostra città; e i cittadini romani, al di là delle posizioni politiche, provano per lui un grande affetto». Il senatore Giuseppe Ciarrapico (Pdl), che nella Ciociaria cara ad Andreotti ha il cuore delle proprie attività imprenditoriali, è andato di persona al Gemelli, ma non ha avuto la possibilità di vedere l’amico perché ricoverato in un’ala della Rianimazione. «È un uomo formidabile, spero di vederlo presto al Senato — ha dichiarato comunque Ciarrapico —. Andreotti è per noi un amico affettuoso, per l’Italia è un grande uomo di Stato».
Anche su Facebook non sono mancati gli attestati di stima e vicinanza per l’ex presidente. «La popolarita’ di Andreotti sui ocial network ha due aspetti positivi: il primo, che tanti giovani gli fanno gli auguri; il secondo e’ che la fine della Dc e’ un caso di morte apparente», è il commento dell’ex ministro Gianfranco Rotondi.
B. Rug.