ROMA, 7 maggio 2012 - E’ MARIO MONTI il primo a prendere la palla al balzo, dopo il voto di Parigi e di Atene. Il premier alza subito il telefono, parla con Hollande e si congratula per la vittoria. Poi telefona ai colleghi di mezza Europa: la Merkel a Berlino, Cameron a Londra e Van Rompuy, presidente Ue, a Bruxelles. «I risultati delle elezioni in Francia e in Grecia impongono una riflessione comune sulla politica europea», è la premessa del presidente del consiglio. Ne consegue un messaggio molto chiaro: la disciplina del bilancio resta «una condizione necessaria, ma non certo sufficiente per l’obiettivo chiave: una crescita sostenibile, creatrice di occupazione e orientata all’equità sociale». E’ quanto afferma in una nota il premier Mario Monti secondo cui «per questo, è fondamentale che l’Europa adotti con urgenza concrete politiche per la crescita. L’Italia deve avere, in questo, un particolare ruolo di orientamento e di impulso in Europa».

LA VITTORIA 
di Hollande in Francia fa contenti tutti in Italia. Quelli del centrosinistra per ragioni di ideali, quelli del centrodestra che in fondo non perdonavano a Sarkozy i sorrisetti ironici su Berlusconi e l’abbraccio troppo forte con la Merkel. La prima telefonata da Roma per il presidente Hollande è quella istituzionale del presidente Napolitano (foto Olycom) che gli ha fatto le sue «calorose congratulazioni» augurandosi «un’attiva collaborazione tra Italia e Francia in Europa». Monti ha poi tradotto in politica l’allusione del Quirinale .

Esultano tutti anche Casini, che essendo all’Internazionale democristiana in teoria avrebbe dovuto tifare per Sarkò: «La vittoria di Hollande può essere salutare per l’Europa. Ho più dubbi che lo sia per i francesi. Le elezioni in Francia e i risultati in Grecia chiedono un forte cambio in Europa». Per Altero Matteoli, Pdl «gli elettori francesi si sono pronunciati contro l’Europa fondata sull’asse Parigi-Berlino». E per Fabrizio Cicchitto: «Sarkozy ha pagato cara la sua subalternità alla linea della Merkel, anche all’interno del Ppe. C’è una domanda di cambiamento delle politiche europee. La sinistra esulta. Riccardo Nencini, segretario del Partito socialista italiano: «Congratulazioni al compagno Hollande, con lui torna a vincere l’Europa degli uguali e del talento».

Segue Bersani leader del Pd: «Adesso l’Italia deve cogliere tutte le opportunità che verranno dalla nuova situazione politica. L’Italia ha tutto da guadagnare da un avanzamento della piattaforma dei progressisti europei che riesce anche a individuare obiettivi di crescita da affiancare a un rigore che, se è cieco, ci porta a una recessione indomabile».