dall’inviato
GENOVA
SMESSO

il completo blu del dirigente d’eccellenza, Roberto Adinolfi si dedica ai bambini dell’ospedale Gaslini. Travestito da clown, strappa più di un sorriso a chi ha iniziato senza fortuna il suo viaggio nella vita. Oppure compare nella parrocchia vicino casa per tenere corsi prematrimoniali. È l’altro volto di un grande manager nato nel 1953 e laureato a soli 23 anni alla scuola severa del Politecnico di Milano per poi svolgere tutta la sua carriera all’Ansaldo. Adinolfi è sposato con Anita Pivetti, insegnante di latino e greco al liceo classico Cristoforo Colombo. Dal matrimonio sono nati tre figli, Mario, 28 anni, avvocato; Francesco, 26; Pietro, 22.

IL NUCLEARE

nella vita. E con il nucleare Genova, dove il giovanissimo Adinolfi approda nel 1975 mentre prepara la tesi di laurea. Adinolfi lo studia con lunghi soggiorni all’estero, Francia e Stati Uniti. Guida la realizzazione di siti in Italia, a Trino Vercellese e a Montalto di Castro, e fuori, come quello di Superhenix, in Romania, tutti costruiti dall’Ansaldo. Da direttore tecnico, guida il consorzio Ansaldo-Fiat che progetta reattori. Nel 2000, dopo quattro anni dedicati all’«energia convenzionale», torna a occuparsi di nucleare come responsabile della divisione di Ansaldo Energia e dal novembre 2005 è direttore generale della nuova creatura, la Ansaldo Nucleare Spa. Due anni dopo è amministratore delegato della società. Nata come costola di Ansaldo Energia (che ne detiene la maggioranza assoluta ed è a sua volta controllata al 55 per cento da Finmeccanica), Ansaldo Nucleare è un’entità particolare, un’autentica enclave di teste d’uomo, circa 140 ricercatori per la maggior parte ingegneri, che si dedicano alla ricerca pura. Un ambiente di lavoro dove le semplici maestranze sono pressoché assenti così come sono inesistenti tensioni e problematiche sindacali.

«NON SONO

mai stato chiamato per un’assemblea — conferma Francesco Grondona, segretario dei metalmeccanici della Fiom di Genova —. Non abbiamo mai registrato contenziosi o problemi con l’azienda». Un orario elastico che i dipedenti gestiscono quasi in autonomia. Nessuna prospettiva di licenziamenti, al contrario assunzioni in corso. Chiusura positiva per il bilancio 2011. Un quadro che parrebbe escludere dal ventaglio di ipotesi sull’attentato quella legata all’esasperazione di tensioni sindacali.
Gabriele Moroni