Berlino, 14 maggio 2012 - PERDE il partito della Merkel, ma non Angela? In Nord Renania Westfalia, la Cdu è andata oltre una semplice sconfitta, il risultato è il peggiore dalla fine della guerra, ed è difficile non interpretarlo in chiave nazionale, e europea. E’ stato lo stesso leader locale, Norbert Röttgen, a proclamare che il voto era un referendum sulla politica della Cancelliera, nonostante le proteste dei compagni di partito che paventavano a ragione un esito disastroso. Un tentativo disperato, un autogol clamoroso.

SI ERA
perso, sia pure di poco, la settimana scorsa nel piccolo Schleswig-Holstein, si perde ieri nel Land più grande sia pure non il più ricco, e domani arriva a Berlino il nuovo presidente francese, un Hollande meno obbediente del predecessore Sarkozy. Ma chi si aspetta una Frau Angela più debole, più disposta a cedere sulla sua linea di risparmio intransigente, resterà deluso. I risultati regionali spostano soprattutto il rapporto di forze nella Cdu/Csu. Ha votato il nord, le zone in crisi che godono meno della forte ripresa nazionale, e che per tradizione sono, o erano, roccaforti rosse. Al contrario che da noi, è il sud ad essere economicamente avanzato, e la Csu, i cristiano sociali bavaresi, vogliono che la Merkel sia più dura nei confronti dei partner europei poco affidabili. Già giornali conservatori, come la popolare Bild, in prima pagina sventolano il pericolo dell’inflazione (si avvicina al 3%). Non si vorrà aggravarla per aiutare i greci? Il 55%, quindi anche gli elettori di sinistra, approvano la linea europea della Frau Bundeskanzlerin. Secondo le previsioni, le elezioni nazionali del settembre 2013, vedrebbero prevalere ancora la Merkel: il suo partito è sempre dato al 34%, contro il 27 del Spd. Ma a decidere il confronto saranno i partiti minori: i liberali del Fdp, attuali alleati nella coalizione federale, erano dati per scomparsi, ma sono rinati nei due voti regionali. Da soli non bastano tuttavia per garantire la maggioranza alla Cancelliera, che confida nella tenuta dei Piraten: portano via voti ai ‘verdi’, quel tanto che basta per obbligare i socialdemocratici a una nuova Grosse Koalition che sarebbe sempre guidata da lei. Ma sta crollando l’estrema sinistra della Linke, minacciata di spaccatura. E i conti andrebbero rifatti. Paradossalmente, la Merkel dovrebbe sperare nel recupero del ‘rosso’ Oskar Lafontaine.

DOPO
otto anni, la signora potrebbe tornare a fare la casalinga, come si augurano molti europei, ma c’è poco da sperare in una Germania diversa, guidata da un Cancelliere, compagno di partito del socialista Hollande. I socialdemocratici, i nipotini di Helmut Schmidt, oggi attaccano la Merkel, ma domani saranno nei fatti duri quanto lei. Come dimenticare che il suo predecessore Gerhard Schröder ha sempre diffidato dell’Euro? Era un membro della Toskana Fraktion, amava spaghetti e Brunello, ma li voleva continuare a pagare in lire.

di Roberto Giardina