Rossella Minotti
MILANO
TOGLIERE

il nome di Bossi dal simbolo della Lega? «Appartiene al movimento ed è amministrato dal consiglio al quale spettano le decisioni. Negli anni lo abbiamo cambiato, il simbolo evolve». Parole di un Roberto Maroni (foto Ravaglia) più che battagliero, che attende il redde rationem col capo. Ci sarà oggi, il confronto finale, al Consiglio federale in via Bellerio. Dove si annuncerà la convocazione definitiva dei congressi ma soprattutto un accordo importante con Bossi che dovrebbe andare oltre il tema del simbolo. L’accordo prevederebbe la conferma di Bossi a presidente e la candidatura di Maroni a nuovo segretario federale. Ma non sarà solo, il leader dei Barbari sognanti. Per salvare l’unità del movimento ci sarà una revisione profonda dello statuto della Lega, che da movimento a guida fortemente carismatica si trasforma in partito. Maroni sarà quasi certamente segretario, dopo il congresso di fine giugno, ma non sarà solo. Avrà accanto rappresentanti forti del Veneto, sicuramente Luca Zaia, ma anche del Piemonte (Roberto Cota) e altri lombardi come Roberto Calderoli. Una segreteria condivisa insomma, per quello che sarà un passaggio epocale ma non rivoluzionario, almeno per ora. Troppo in evoluzione la situazione politica. E se Bossi non ha più parlato dopo il voto delle amministrative, Maroni invece parla. E intima al Pdl: «Se lascia il governo Monti entro luglio c’è la possibilità di tornare a dialogare». Le parole del Maroni leader trovano eco in esponenti pidiellini come Gianfranco Rotondi: «Tutto si può dire della Lega tranne che non parli chiaro. Da Casini non ho capito che vuole, da Maroni ho capito che se andiamo subito al voto sta con noi. Mi pare la base importante di un ragionamento».
Nel prossimo fine settimana si terranno i ballottaggi, con quattro candidati sindaco della Lega in corsa in Lombardia. Certo la batosta c’è stata. Tanto da spingere l’ex ministro dell’Interno a dire: «Non escludo neanche che, al prossimo congresso federale, passi la linea di non andare più in Parlamento. La Lega Nord è una forza territoriale, geneticamente diversa dagli altri partiti, che hanno l’ossessione e l’unico fine di candidarsi al Parlamento». Un’ipotesi bossiana questa. Il capo infatti aveva parlato di un Carroccio forza regionale.

LE DICHIARAZIONI


di Maroni sono arrivate a margine del congresso nazionale della Lega Nord Romagna, che ha confermato il suo fedelissimo Gianluca Pini come segretario. Il parlamentare segretario uscente era l’unico candidato e ha preso il 91% dei consensi. I voti «bulgari» adesso non sono più appalto del cerchio magico bossiano, ma del nuovo corso della Lega che ha sempre più indiscutibilmente il volto, e gli occhiali rossoneri, di Roberto Maroni.