Massimo Degli Esposti
MILANO
«LEUROPA va avanti così: arriva fin sullorlo del baratro, poi fa un passo indietro. Ma resta sempre lì». Così ci disse lex presidente della Commissione europea Romano Prodi (nella foto Serra) nei giorni in cui, con la nascita del Fondo «salva stati», sembrava scongiurata la crisi europea.
Professore, a che distanza siamo oggi dal baratro?
«Siamo sempre più o meno lì: sappiamo da tempo che da sola la Grecia non può salvarsi. Quel che ancora tanti non hanno capito è che aiutando la Grecia a salvarsi aiutiamo noi stessi a salvarci. Cè anche una questione di tempi: più lasciamo incancrenire la situazione, più i costi si alzeranno. Due anni fa bastavano 30 miliardi, oggi non basta una cifra dieci volte superiore».
Come si aiuta la Grecia? Allentando i vincoli, concedendole altro denaro senza garanzie di risanamento?
«Non è questione di allentare i vincoli. Il risanamento delle finanze pubbliche greche deve avvenire perché oggi il bilancio è insostenibile. Però non possiamo pretendere altri sacrifici senza dare una speranza. Quel Paese ha già perso il 20% della sua ricchezza; cosa possiamo pretendere ancora? Se li abbandoniamo a loro stessi i problemi si moltiplicheranno. E alla fine, anche i nostri».
Si riferisce alleffetto contagio?
«Certo. Crede che la speculazione, ottenuto il default e luscita della Grecia dalleuro, si accontenterà? Oggi giocare contro la Grecia è come sparare sulla Croce Rossa. Abbattuta la Grecia, domani, cercheranno unaltra ambulanza da colpire, sarà il Portogallo, lIrlanda, la Spagna e lItalia. A quel punto sarebbe impossibile salvare leuro».
Anche per chi, come noi, ha già fatto i compiti?
«I compiti li abbiamo fatti tutti, non cè dubbio. Ma fare i compiti non serve se non cè unidea politica che li giustifichi. Senza, dopo ogni compito te ne chiederanno un altro».
Allora?
«Il problema è economico, ma anche e soprattutto politico: solo una forte alleanza per un disegno nuovo dellEuropa può salvare la Grecia e la stessa Europa. Quel che bisogna far vedere alla speculazione è che cè solidarietà».
Uno scenario che già si vede, dopo la vittoria di Hollande?
«Hollande apre una prospettiva nuova, ma bisogna tradurre la teorie in fatti reali».
Per esempio, un piano per la crescita?
«E fattibile, senza rinunciare al rigore».
Monti dovrà battere il pugno sul tavolo?
«Ci vorranno molti pugni sul tavolo, non basta quello di Monti».
Però Obama sembra puntare sul ruolo del nostro premier...
«Lo chieda a Obama. Certo gli Stati Uniti sono terrorizzati allidea che lEuropa vada in crisi. LEuropa è troppo grossa per non tirare a fondo anche lAmerica. Sarebbe la fine della loro stessa ripresa, in un anno elettorale...».
Le agenzie di rating americane, però, non la pensano così...
«Cosa pensino nessuno lo sa. Io ho il sospetto che non abbiano nemmeno un pensiero. Si comportano come macchinette stupide. Non si rendono conto che i Paesi sono fatti di persone con le loro difficoltà. Uomini, da mettere insieme».
MILANO
«LEUROPA va avanti così: arriva fin sullorlo del baratro, poi fa un passo indietro. Ma resta sempre lì». Così ci disse lex presidente della Commissione europea Romano Prodi (nella foto Serra) nei giorni in cui, con la nascita del Fondo «salva stati», sembrava scongiurata la crisi europea.
Professore, a che distanza siamo oggi dal baratro?
«Siamo sempre più o meno lì: sappiamo da tempo che da sola la Grecia non può salvarsi. Quel che ancora tanti non hanno capito è che aiutando la Grecia a salvarsi aiutiamo noi stessi a salvarci. Cè anche una questione di tempi: più lasciamo incancrenire la situazione, più i costi si alzeranno. Due anni fa bastavano 30 miliardi, oggi non basta una cifra dieci volte superiore».
Come si aiuta la Grecia? Allentando i vincoli, concedendole altro denaro senza garanzie di risanamento?
«Non è questione di allentare i vincoli. Il risanamento delle finanze pubbliche greche deve avvenire perché oggi il bilancio è insostenibile. Però non possiamo pretendere altri sacrifici senza dare una speranza. Quel Paese ha già perso il 20% della sua ricchezza; cosa possiamo pretendere ancora? Se li abbandoniamo a loro stessi i problemi si moltiplicheranno. E alla fine, anche i nostri».
Si riferisce alleffetto contagio?
«Certo. Crede che la speculazione, ottenuto il default e luscita della Grecia dalleuro, si accontenterà? Oggi giocare contro la Grecia è come sparare sulla Croce Rossa. Abbattuta la Grecia, domani, cercheranno unaltra ambulanza da colpire, sarà il Portogallo, lIrlanda, la Spagna e lItalia. A quel punto sarebbe impossibile salvare leuro».
Anche per chi, come noi, ha già fatto i compiti?
«I compiti li abbiamo fatti tutti, non cè dubbio. Ma fare i compiti non serve se non cè unidea politica che li giustifichi. Senza, dopo ogni compito te ne chiederanno un altro».
Allora?
«Il problema è economico, ma anche e soprattutto politico: solo una forte alleanza per un disegno nuovo dellEuropa può salvare la Grecia e la stessa Europa. Quel che bisogna far vedere alla speculazione è che cè solidarietà».
Uno scenario che già si vede, dopo la vittoria di Hollande?
«Hollande apre una prospettiva nuova, ma bisogna tradurre la teorie in fatti reali».
Per esempio, un piano per la crescita?
«E fattibile, senza rinunciare al rigore».
Monti dovrà battere il pugno sul tavolo?
«Ci vorranno molti pugni sul tavolo, non basta quello di Monti».
Però Obama sembra puntare sul ruolo del nostro premier...
«Lo chieda a Obama. Certo gli Stati Uniti sono terrorizzati allidea che lEuropa vada in crisi. LEuropa è troppo grossa per non tirare a fondo anche lAmerica. Sarebbe la fine della loro stessa ripresa, in un anno elettorale...».
Le agenzie di rating americane, però, non la pensano così...
«Cosa pensino nessuno lo sa. Io ho il sospetto che non abbiano nemmeno un pensiero. Si comportano come macchinette stupide. Non si rendono conto che i Paesi sono fatti di persone con le loro difficoltà. Uomini, da mettere insieme».
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