Massimo Degli Esposti
MILANO
CRISI

greca e possibile contagio agli altri paesi deboli dell’Eurozona; stimoli alla crescita per evitare una recessione mondiale dagli effetti devastanti. Sono questi i due temi in agenda per il fine settimana americano degli otto Grandi. Ospiti a Camp David del presidente Obama, i capi di Stato e di governo del G8 si troveranno tra le mani dossier drammatici.

L’ULTIMO

, ieri, è dell’Ocse e parla di 21,3 milioni di posti di lavoro persi nel mondo industrializzato dall’ inizio della crisi e di 37 milioni di giovani senza occupazione. Lo scenario preoccupa anche il Fondo Monetario che ieri ha sollecitato le autorità europee a fare di più. La Bce, per esempio, avrebbe ancora spazio per ridurre il costo del denaro e metter mano a «diverse altre opzioni». Il riferimento potrebbe essere a nuove operazioni straordinarie di finanziamento del sistema bancario sul tipo di quelle adottate in gennaio. L’Eurotower «ha spazio di manovra per manovre monetarie espansive» ha detto il portavoce David Hawley proprio mentre la Bce, invece, chiudeva i rubinetti ad alcune banche greche lasciando i rischi alla banca centrale di Atene.
Il Fmi ragiona su uno scenario di permanenza della Grecia nell’euro, ma fa sapere che anche le «altre possibilità vanno considerate» e in ogni caso, spiega Hawley, i contatti sono sospesi fino alle elezioni politiche. Rispondendo poi alle domande dei giornalisti sul pericolo che Italia e Spagna siano contagiate dal caso Grecia, Hawley ha detto che «il messaggio centrale dell’Fmi è attivare interventi in quattro aree: rafforzamento dei
firewall anti crisi; sostegno di breve termine alla domanda e il permanere di politiche monetarie accomodanti; riforme nei singoli paesi per facilitare la crescita; un piano chiaro di maggiore integrazione nella area euro».

L’EUROPA

, insomma, deve ‘fare i compiti’ e presentarsi a Camp David con proposte concrete se vuole evitare di essere messa sotto accusa dai partner, come ieri ha già fatto il segretario al tesoro Usa Timothy Geithner sostenendo che l’eccesso di rigore ha già «portato alla recessione Grecia, Italia, Spagna e Portogallo». Ieri pomeriggio in video conferenza ne hanno parlato per due ore il premier Mario Monti con il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, il neo presidente francese Hollande, la Cancelliera tedesca Merkel, il premier britannico David Cameron. C’è accordo «forte» sul fatto che il rigore e la crescita «non sono in contrasto ma sono entrambi necessari» ha affermato al termine il portavoce della Merkel Steffen Seibert. E già questo sembra un passo avanti importante per Berlino, cui spetterebbe l’onere delle politiche espansive europee. In due interviste, una a Cnn e una a Cncb, la Merkel si è detta «determinata» a far sì che la Grecia resti nell’euro. E «se la Grecia ritiene che ci siano degli stimoli di crescita da portare avanti nell’Eurozona nel suo interesse — ha aggiunto — la Germania è aperta in tal senso, ma solo a patto che si parli di crescita». Anche il presidente Barroso ha assicurato che l’Ue «farà tutto il necessario per garantire che la Grecia resti nell’euro». Salvare l’euro in 3 mosse è la ricetta di Cameron, convinto che la disgregazione dell’Eurozona sarebbe «una tragedia anche per la Gran Bretagna». Cameron chiede un lavoro «a testa bassa» per ridurre i deficit; il rafforzamento politico delle istituzioni europee con assunzioni di responsabilità collettiva, per esempio gli eurobond; stimoli alla crescita e alla competitività sulla base del documento degli 11 proposto da Monti.