Dall’inviato


Giampaolo Pioli
CAMP DAVID
SETTE

posti di blocco in meno di 2 chilometri. Giovani marines con la Beretta infilata nei pantaloni che trattano ogni spostamento come una manovra militare. Gli chalet di legno sobri e essenziali hanno solo la macchinetta per il caffè. Tutto il cibo dei leader mondiali arriva dalle cucine militari di una base della marina nascosta nel verde insieme alle batterie antimissile. Per la foto di famiglia i membri del G8 hanno dovuto sudare sotto il sole dopo una lunga camminata in maniche di camicia fin sopra la buca del golf.

A DUE ORE

a Washington, piena di piccole baite sistemate intorno alla residenza principale della Aspen Cabin dimora ufficiale del capo della Casa Bianca, la verdissima Camp David è un luogo di reclusione quasi monastico dove circolano solo auto elettriche e biciclette, ma soprattutto giovani militari e agenti segreti vestiti da giardinieri che intimano ordini precisi. Anche l’enorme cappella è normalmente off limits. Non si può telefonare all’aperto, non si si possono scattare foto. Le lenti delle telecamere prima dell’arrivo dei capi di stato e di governo devono essere coperte da uno spesso cappuccio bianco.

LA STRAORDINARIA

precisione militare dell’organizzazione se da un lato è intimidente, dall’altro facilita gli incontri informali tra i leader mondiali che invece di sedersi in una sala riunioni con interpreti e suggeritori, possono tranquillamente scambiare opinioni anche forti facendo una passeggiata. La sicurezza e l’isolamento sono totali. Forse anche per questo importanti pagine di storia sono state scritte tra queste montagne. Alla base delle montagne Catoctin che portano nella zona off-limits, un monaco buddista pregava tranquillamente davanti ad un gruppo di poliziotti che gli sbarravano la strada. Anche quella per il summit sebbene a chilometri di distanza era considerata un’azione minacciosa e non autorizzata.