di Alessandro Farruggia

ROMA, 3 giugno 2012 - «SPRECHI? Non sa di che parla». Un Giorgio Napolitano più che irritato per le polemiche sull’opportunità di cancellare la parata del 2 giugno, ha risposto così ai giornalisti che gli sottolineavano come diversi politici, tra i quali Di Pietro, avessero parlato di sprechi. Immediata la controreplica del leader dell’Idv: «Secondo il Presidente della Repubblica io non saprei quel che dico? Allora lui non sa quel che fa». «Il Capo dello Stato — ha detto Di Pietro — se la prende con me perché pensa di poter colpire quel che ritiene essere l’anello debole, ma qualcuno farebbe bene ad informarlo che sono milioni i cittadini che hanno trovato di cattivo gusto la parata e soprattutto il ricevimento, tenutosi ai giardini del Quirinale, a base di pasticcini, torte e champagne». Non è decisamente bastata una parata oggettivamente sobria — senza Frecce Tricolori, blindati, cavalli — per evitare che la polemica raggiungesse il calor bianco. Non è servito il minuto di silenzio per le vittime del sisma nè l’aver voluto i gonfaloni delle regioni e dei comuni colpiti schierati ai lati del palco presidenziale.

LA SFILATA, meno di un’ora, è filata liscia. Gli spettatori, meno numerosi del solito, hanno applaudito e un tentativo di ‘flash mob’ è stato bloccato preventivamente dalla polizia. Ma politicamente la frattura s’è allargata, con Idv, Lega, Sel, Prc durissimi contro la scelta di non annullare la cerimonia. E sul palco dei Fori si sino notate assenze eccellenti: dei segretari di Pdl, Pd, Idv, Lega fino al sindaco di Roma Alemanno (Pdl), che ha ribadito che «la parata era da annullare».
Tutto questo non è affatto piaciuto al Presidente della Repubblica. «Non so di quali assenze significative si parli. Io — ha detto il Capo dello Stato — ho visto molte presenze ampiamente significative. La partecipazione popolare poi è stata tale da dimostrare che c’era un consenso larghissimo sulla necessità di manifestare tutta la nostra vicinanza ai terremotati». E Napolitano ha bollato di strumentalità la posizione di chi l’ha criticato: «Ci sono state molte polemiche, in parte vecchie posizioni negatrici del ruolo delle forze armate e delle parate militari, che hanno usato strumentalmente il terremoto».

CERTO Èche Lega e Idv avevano attaccato a testa bassa la decisione di non annullare le celebrazioni del 2 giugno. «Soldi buttati al cesso. Riteniamo che queste celebrazioni, queste feste, dovevano essere tutte cancellate», aveva sparato ad alzo zero Roberto Maroni. «Mentre c’è gente che è morta, che ha perso tutto — ha detto l’ex ministro dell’Interno — e l’aiuto dello Stato poteva e doveva essere molto più concreto che non celebrare una festa facendo buffet». «Questa costosa parata, questa sagra dello spreco — aveva rincarato Di Pietro — è una mancanza di rispetto, non solo nei confronti di quelle popolazioni ma anche dei principi della Repubblica». A favore della parata sono intervenuti invece i presidenti di Camera e Senato, il leader dell’Udc Casini, molti esponenti del Pdl, il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani e il presidente dell’Anci, Graziano Delrio, entrambi del Pd. Ma la frattura resta. E già questa per il 2 giugno è una sconfitta.