Lorenzo Bianchi

BIU (nigeria), 11 giugno 2012 - SANGUE e morti nelle chiese cristiane della Nigeria, come ormai succede quasi ogni domenica. Le autorità di Abuja minimizzano. Secondo la polizia gli uccisi sono quattro. Altre fonti sostengono invece che hanno perso la vita almeno nove persone. Il 3 giugno a Bauchi i qaedisti locali, che si fanno chiamare Boko Haram, letteralmente «l’educazione occidentale è un peccato», avevano fulminato quindici cristiani. Il doppio attentato di ieri è stato rivendicato. Gli islamici vogliono dimostrare «di non essere stati indeboliti dalla repressione dei militari». Le due azioni quasi contemporanee lasciavano un margine esiguo ai dubbi. Le stragi a coppia sono una firma che gli integralisti africani hanno mutuato dall’internazionale del terrore guidata da Ayman al-Zawahiri.

IL PRIMO blitz è stato messo a segno a Biu, un sobborgo di Maiduguri, la capitale dello stato del Borno. Hamidu Wakawa, un cristiano della chiesa Eyn, un acronimo in lingua hausa che sta per «Confratelli della Nigeria», ha raccontato che tre uomini armati si sono avvicinati e hanno sparato ai fedeli sul sagrato e dentro il luogo di culto. Bala Hassan, commissario della polizia locale, ha confermato il ferimento di cinque fedeli. Fra questi c’era una donna che poi è deceduta. Citando testimoni oculari, la corrispondente di Al Jazeera da Lagos, Yvonne Ndgee, sostiene che altre persone hanno perso la vita, ma gli investigatori non confermano.

POCO DOPO un kamikaze si è fatto esplodere nella chiesa evangelica di Jos intitolata a «Cristo scelto», nella Nigeria centrale. Secondo le prime informazioni il suicida era riuscito ad arrivare fino all’altare. I rapporti successivi hanno precisato che l’uomo-bomba ha innescato l’ordigno all’esterno della chiesa. Tre persone hanno perso la vita. Secondo alcune fonti, due non sarebbero fedeli in preghiera, ma poliziotti. Dopo l’esplosione decine di giovani cristiani inferociti avevano costruito diverse barricate. Gli agenti sono stati costretti a smantellarle ricorrendo alla forza e sparando in aria. Emmanuel Ayeni, commissario dello stato del Plateau, quello nei cui confini si trova Jos, ha riferito che 48 feriti sono stati ricoverati nell’ospedale della città. «Quanto alle due vittime – ha aggiunto – potrebbero essere state uccise da cittadini violenti». I seguaci di Cristo della regione si sentono trascurati dalle forze dell’ ordine. Jos è sulla linea di demarcazione fra sud cristiano e nord musulmano della Nigeria. Fonti del governo hanno dichiarato alla France Presse che le vittime potrebbero essere «numerose».

IL PRIMO attentato di Boko Haram risale al dicembre 2010. Il teatro fu anche allora Jos. In quella occasione morirono 86 persone. Dalla Polonia, dove ha accompagnato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha espresso «il più profondo cordoglio ai familiari delle vittime» e ha ribadito «il massimo impegno dell’Italia nel tutelare e promuovere la libertà di religione e nel fronteggiare la sfida posta dal terrorismo alle ragioni dell’umana convivenza».