Danzica
«E’ STATO
il gol più importante della mia carriera», e pensare che ne ha segnati a carrettate. Ma Totò Di Natale, che dopo questa partita forse pensa un po’ di meno a una pensione calcistica che aveva annunciato a Coverciano, cercava proprio questo: un gol dal sapore e dal significato diverso perché segnato in una grande partita, in un Europeo, in quella dimensione internazionale che era riuscito solo a sfiorare, senza mai farla sua in modo pieno. «Con la Spagna avevo un conto aperto, dopo il rigore di quattro anni fa», ripensando all’eliminazione negli ottavi a Vienna, e il suo riscatto personale l‘ha ottenuto, andando a prendersi con un taglio in velocità il gran passaggio di Pirlo e battendo Casillas con un tiro pennellato nell’angolo. Peccato che il suo gol abbia resistito solo tre minuti, fino al pareggio di Fabregas, ma quel lampo ora rilancia la candidatura del due volte capocannoniere in campionato come titolare, a cominciare dalla Croazia.
L’Italia è arrivata alla sfida della Spagna con trecento minuti senza gol alle spalle, e l’astinenza è proseguita fino al suo ingresso in campo. Sul colpo di testa di Thiago Motta era stato molto bravo Casillas, ma Balotelli aveva appena rischiato di compromettere la bella prova della squadra con quella grande occasione non sfruattata in modo scellerato solo davanti a Casillas, facendosi portare via il pallone da Sergio Ramos sotto il naso. Per il gol ci voleva uno specialista, e Di Natale questa volta non si è lasciato intimidire e ha fatto bene il suo lavoro. Già negli allenamenti a Coverciano era sembrato il più efficace nelle prove generali in attacco, e ora Prandelli potrebbe rovesciare le parti, affidandosi subito a lui contro la Croazia per giocarsi Balotelli nella ripresa, come del resto fa spesso Mancini nel Manchester City. L’Europeo è breve, Totò è in forma, e quando si fa gol alla Spagna ci si candida di diritto a una promozione. Da ieri sera, la panchina sta più stretta, a Totò.
Alessandro Fiesoli